Nel brano evangelico di oggi, Gesù fa riferimento al presente e al futuro dei suoi discepoli. Quanto al presente, Gesù, sapendo che stava per tornare lì dove si trovava prima del tempo, rassicurò gli apostoli dicendo: “Non vi lascerò soli”; e fece due promesse: l’invio dello Spirito Santo, il quale resterà “con voi per sempre”. Ma lo Spirito Santo non doveva sostituire Gesù, il quale promise anche: “Resterò /anche io/ con voi fino alla fine dei secoli”. Quanto al futuro, già domenica scorsa Gesù ci fece una promessa: “Vado a prepararvi un posto”. Oggi ci dice una cosa che non può sfuggirici; Gesù ci assicura: “Io vivo e voi vivrete”. Sembra una frase che voli senza lasciare traccia, mentre è la più grande promessa che Gesù poteva fare all’umanità incerta sul suo futuro. Cosa ci sarà dopo la morte? Con queste promesse Gesù ci dà la sicurezza che con la morte del corpo, l’anima resta viva, e alla fine del mondo anche il corpo rivivrà, come il corpo del Cristo risorto. “In verità vi dico, viene l’ora, ed è adesso, in cui i morti ascolteranno la voce del Figlio di Dio e coloro che l’ascolteranno rivivranno” (Gv 525); “viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri, udranno la sua voce, e ne usciranno” (Gv 5, 28). San Giovanni, già nel prologo del suo vangelo dice che nel Verbo “era la vita” (Gv 1,4), alla cui pienezza noi tutti attingiamo, e grazia su grazia (Gv 1,16). Poi fa dire a Gesù: “Come il Padre ha la vita in sé, così ha dato al Figlio di avere la vita in sé” (Gv 5,26). E infine: “Come il Padre fa risorgere i morti e li fà vivere, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole” (Gv 5, 22). Gesù confermò dicendo: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Gv 14,6). Ma che cos’è questa vita che possiede il Verbo e che donerà a noi? Ci sono infattti vari generi di vita! Se ci guardiamo intorno, vediamo che tutto vive: esiste una vita vegetale, una vita animale, una vita spirituale; finanche la natura che chiamiamo morta, in realtà è viva, perché la materia è composta di atomi, i quali hanno un nucleo e un certo numero di elettroni, che girano vorticosamente intorno al nucleo, e se vengono artificiosamente deviati producono gli effetti della bomba atomica. Guardando sulle nostre teste, vediamo la luna che gira intorno alla terra, e la terra e la luna girano intorno al sole. Miliardi e miliardi di stelle, da miliardi di anni si muovono in un ordine meraviglioso. La vita, dunque, caratterizza tutti gli esseri, da Dio agli atomi, dall’Immenso alle particelle più piccole della natura materiale. L’uomo riassume ogni specie di vita: col corpo vive la vita animale, con l’anima e il corpo insieme vive la vita umana, con l’anima vive la vita spirituale simile a quella di Dio. Ogni uomo canta che la vita è bella – la vida es sueño – , e ognuno considera la morte una sciagura. In realtà la morte è una grazia, perché soltanto attraverso la morte noi entriamo in un altro genere di vita, quella che ci promette oggi Gesù. Quale? Seneca diceva che la vita è una corsa verso la morte: “Hominis tota vita nihil aliud quam ad mortem iter est”; per Gesù la vita è una corsa verso la gloria, benché questa si trovi al di là di una barriera che ci appare triste e angosciosa. Ai due discepoli di Emmaus Gesù disse: “Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” (Lc 24,26). Dunque, Gesù oggi ci promette non solo – e non tanto – che noi in cielo riprenderemo la vita che abbiamo oggi sulla terra, ma molto di più, perché la nuova vita sarà quella di Dio in noi. Quel giorno, disse Gesù, “saprete che io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi”. Gesù disse: “Io sono venuto perché gli uomini abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). La vita in cielo è vita abbondante, scossa e traboccante. Certamente è per questo che Dio ha stabilito che l’uomo, quando muore, non porti niente con sé, perché non ne ha bisogno, e perché in cielo possiede tutte le gioie della terra in grado supremo e oltre. Dice bene Luciano De Crescenzo: “Molti studiano per allungare la vita, quando invece bisognerebbe allargarla”. Proprio questo ci ha insegnato Gesù e ce lo insegna anche oggi dicendo: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. E i comandamenti di Gesù sono due: amare Dio con tutto il cuore e amare il prossimo come se stessi”, anzi come ci ha amati Lui, che donò la vita e perdonò ai suoi uccisori. Anche Gandhi diceva: “La vita è vita soltanto dove c’è l’amore”. Come sarà allora la vita in cielo col Dio dell’Amore?
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P. Fiorenzo Mastroianni