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- TRINITA’ -ANNO B
LETTERA (Matteo 28, 16-20): “Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
ALLEGORIA: si può scorgere un’allegoria nel viaggio dei discepoli verso la Galilea, dove ricevono il compito di predicare il vangelo e di battezzare “tutti i popoli”. In pratica i discepoli “ricominciano” la loro attività apostolica da dove l’aveva cominciata Gesù, la Galilea appunto. Dalla Galilea scenderanno nella Giudea come fece Gesù e, come Gesù, scenderanno predicando la Buona novella, la quale non deve consistere in altro che nel “ripercorrere” la vita di Gesù, “raccontandola” agli altri e “ricordando” a tutti i suoi insegnamenti e precetti. In Giudea, dopo aver ricevuto lo Spirito santo, spiccheranno il volo verso regioni lontane, per “fare discepoli tutti i popoli”, secondo l’ordine di Gesù risorto. – Una seconda allegoria la scorgiamo nel “monte che Gesù aveva loro indicato”, allegoria del più alto mistero “indicato” da Gesù: la Trinità. – Terza allegoria è il “prostrarsi” davanti a Gesù, non ostante dubitassero di Lui. E’ allegoria del comportamento di non pochi cristiani, che ritengono di credere e praticano i sacramenti, ma con qualche riserva non sempre a loro stessi evidente. D’altra parte la fede è un’ascesa continua al monte di Dio, la cui vetta è quasi irraggiungibile.– Infine una quarta allegoria si potrebbe intravedere nel numero undici, che simboleggia il ricominciare a contare per raggiungere il dieci che simboleggia la perfezione; ma nel simbolismo cristiano indica talvolta il peccato – punto di partenza per liberarsene con la conversione – perché va oltre il dieci, che simboleggia “l’intero definito”.
MORALE: la Chiesa dedica questa domenica alla SS. Trinità, non solo per solennizzarla, ma soprattutto per riproporla alla nostra coscienza per un atto di fede convinto. Siamo di fronte a una Verità che è superiore ma non contraria alla ragione. Il mistero trinitario è una Verità che ci abbaglia nel suo splendore, adombrata in vari modi nell’Antico Testamento, espressa chiaramente da Gesù, in modo speciale nel brano evangelico di oggi. Una Verità da accettare e una Realtà da adorare in ginocchio, nonostante qualche iniziale perplessità, come fecero gli Undici di fronte al Risorto. Non basta però credere, bisogna anche professare e comunicare agli altri, perché il mistero trinitario è l’apice dell’evangelizzazione. Nel nostro atto di fede e nell’attività evangelizzatrice è sempre presente e operante Gesù, che resta con noi fino alla fine del mondo.
ANAGOGIA: la salita al monte “indicato” da Gesù può essere faticosa come il Calvario per alcuni, gioiosa come il Tabor per altri. L’importante è non mancare all’appuntamento fissato da Gesù, il quale sollecita sempre a salire in alto (anagogia) non solo coi corpi ma anche con le intelligenze!
- P. Fiorenzo Mastroianni