Matteo 28:16-20

16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. 17 Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. 18 E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

1) Oggi la Chiesa ci invita a riflettere sul massimo mistero della nostra santa fede, il mistero della SS. Trinità. Mistero è una verità superiore ma non contraria alla ragione. Dante scrisse: Matto è chi spera che nostra ragione possa trascorrer l’infinita via che tiene una sostanza in tre Persone (Purg. III, 34-36). E’ molto importante per noi credere in questo mistero, che distingue noi cristiani non solo da tutte le altre religioni del mondo, ma persino dalle altre due religioni monoteiste, cioè l’ebraismo e l’islam. Come queste due ultime, anche la religione cristiana esprime la fede nel Dio Uno, ma aggiunge che questo Dio è anche Trino. Gesù legò la salvezza eterna alla fede nella Trinità, quando comandò agli apostoli di battezzare nel nome della stessa Trinità e aggiunse: “Chi crede – in questo – si salverà, chi non crede – in questo – sarà condannato”. Ed è ovvio, perché nessuno è libero di misconoscere l’opera della redenzione operata dalla seconda Persona della SS. Trinità, e nessuno può ignorare la presenza costante della Terza Persona in mezzo a noi per santificarci e farci invocare costantemente “Abbà, Padre”; equivarrebbe a non riconoscerci figli di Dio! 2) Questo mistero, che sembra così lontano dalla nostra comprensione, in realtà non lo è del tutto. Portiamoci per un attimo a prima della creazione: possiamo immaginare un Dio che vive da solo? Sarebbe stato un Dio infelice! Si racconta che un musulmano disse: “Il nostro Dio è uno, come potrebbe avere un figlio? Il cristiano rispose. Il nostro Dio è amore, come potrebbe essere solo?”. Se poi diciamo che Dio è Amore ma non ama nessuno, è contraddittorio. La nostra intelligenza esige che se Dio è Amore, ama almeno se stesso, e di conseguenza Egli è Soggetto che ama, Oggetto amato, e sostanza d’Amore. I teologi dicono che l’universo porta la firma di Dio, per la sua bellezza e ordine, ma soprattutto per il carattere trinitario che appare in ogni cosa: nell’anima per la memoria, intelligenza e volontà, nei tre colori primari (rosso, giallo e blu), e nei corpi tridimensionali: altezza, lunghezza e larghezza. Un corpo tridimensionale ci fa capire qualcosa della Trinità: un cubo di legno – ad esempio – si compone di una sola sostanza, e tuttavia ha tre dimensioni realmente distinte tra loro Alto è tutto il cubo, largo è tutto il cubo, lungo è tutto il cubo, e tuttavia non sono tre cubi. 3) Allusioni varie alla Trinità, prima della rivelazione cristiana, si trovano anche presso gli ebrei che davano a Dio un nome al singolare (El) e al plurale (Elohim), e la Bibbia fa dire a Dio: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”; e Dio creò la famiglia, immagine del Dio trino. Il concetto di “Dio-famiglia” si trova nelle triadi divine delle principali religioni antiche: così gli Egizi, che in varie località adoravano tre divinità, in genere padre-madre-figlio, oppure come tre immagini dello stesso dio, o anche come tre divinità distinte. In India, il Brahamanesimo professa la credenza nella Trimurti, cioè nel dio Brahma, nel dio Visnù e nel dio Siva. Presso i Greci, Zeus-Hera-Atena, dove Atena è la dèa della sapienza. Presso i Romani Giove-Giunone-Minerva, dove Minerva richiama la Mens, il pensiero. Ma persino la molteplicità degli dèi professata presso quasi tutte le religioni antiche si può interpretare come un’amplificazione della primitiva rivelazione di Dio come uno e trino. 4) Gesù, duemila anni fa, mise ordine in tutte queste credenze, e proclamò che la vera fede consiste nel credere in un solo Dio in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Il vero rivelatore del mistero trinitario è dunque Gesù; ma quando e in che modo lo rivelò? In verità, Gesù non ha mai usato questo termine, che fu coniato da Teofilo di Antiochia e da Tertulliano nel secondo secolo cristiano per riassumere tutto l’insegnamento di Gesù su questo grande mistero. Gesù ordinò di battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E ha sempre fatto capire che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono persone uguali e distinte tra loro. Riferendosi al Padre, disse: “Tu sei l’unico vero Dio”, confermando che Dio è uno, ma disse anche “Chi vede me vede il Padre”, e ribadì che “tutto ciò che è mio è tuo, e tutto ciò che è tuo è mio”, e “Io e il Padre siamo una sola cosa”. E lo stesso disse dello Spirito Santo, presentandolo come Persona e Maestro, che procede dal Padre. Già nell’Annunciazione, l’arcangelo Gabriele parlò del Padre, dello Spirito come Potenza e Ombra dell’Altissimo, e del Figlio dell’Altissimo. Nel battesimo nel Giordano e nella Trasfigurazione si verificò la teofania trinitaria. 5) La liturgia che stiamo celebrando è iniziata con l’augurio paolino: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la Comunione dello Spirito Santo, siano con tutti voi”. Paolo augura ai cristiani di ricevere la grazia di Cristo perché Egli è “pieno di grazia e di verità”, l’amore del Padre perché Deus charitas est, Dio è amore; l’unione dello Spirito, perché lo Spirito è il vincolo che unisce in un solo atto di amore il Padre e il Figlio, gli uomini tra loro e con Dio. Anche nel Credo abbiamo professato la nostra fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita. E così nel Prefazio. In realtà noi onoriamo la Trinità molte volte al giorno col segno della croce, con la recita del Gloria Patri ecc. Prendiamone coscienza e moltiplichiamo questi gesti e preghiere. Noi siamo stati creati dal Padre, redenti dal Figlio, santificati dallo Spirito. Alle Tre Fontane (Roma), Maria disse: “Io sono colei che è nella SS. Trinità” come figlia, madre e sposa, certamente in modo specialissimo; ma anche noi possiamo ripetere la stessa cosa, come figli del Padre, “madri” del Figlio (se uno mi ama è mia madre….), e spose dello Spirito.
P. Fiorenzo Mastroianni

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