16Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Oggi la Chiesa solennizza la festa della Santissima Trinità, il più grande mistero del mondo. Come esistono misteri naturali – ad esempio il numero delle stelle – così esistono misteri soprannaturali, fra cui il mistero della Santissima Trinità. E’ incomprensibile, infatti, come Dio sia uno pur essendo tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Se però si parte dal concetto che Dio è Amore, appare razionale che si tratti di tre entità, poiché l’Amore non può esistere da solo, ma esige anche un soggetto che ami, e un oggetto che sia amato. Una sorta di spiegazione è questa: il Padre è “l’unico vero Dio”, come dice san Paolo; il Figlio è il Pensiero che il Padre fa di se stesso, come quando uno si guarda nello specchio e genera la sua immagine; poiché il Padre è il Sommo Bene e la Somma Bellezza, si innamora della sua Immagine e sorge l’Amore. Dunque non è un mistero che Dio sia trino; il mistero consiste nel non comprendere come le tre entità siano persone, e tuttavia sono un solo Dio. Circa i rapporti della Trinità con noi uomini, la teologia attribuisce a ciascuna delle tre Persone una funzione speciale: il Padre crea, il Figlio redime, lo Spirito santifica. San Paolo, nella seconda lettera ai Corinzi, pronunzia una formula che i sacerdoti ripetono ogni giorno nell’introduzione al sacrificio della Messa: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito santo siano con tutti voi”. Quei sacerdoti che usano il verbo al singolare “sia” intendono sottolineare l’unità della grazia, dell’amore e della comunione; i sacerdoti che dicono “siano” intendono sottolineare che Dio è uno ma è anche trino. In realtà si è liberi di usare l’uno o l’altro verbo, perché in greco non c’è affatto. Intanto notiamo come la liturgia di oggi – non sappiamo quanto consapevolmente – ci fa leggere tre letture che sottolineano proprio i tre elementi: la grazia nel Vangelo di Giovanni, l’amore nella prima lettura, la comunione nella terza lettura. A) LA GRAZIA DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO: Gesù disse a Nicodemo: “Chi crede nell’unigenito figlio di Dio non è condannato”. “Chi non crede è già condannato”. Dunque, noi uomini nasciamo e viviamo “già condannati”, cioè esclusi dalla visione beatifica, e restiamo tali finché non emettiamo l’atto di fede nella divinità del Figlio di Dio. Con l’atto di fede nella divinità del Figlio di Dio, veniamo “graziati” come è graziato chi ha commesso – o gli vengono imputati – dei delitti. Lo stesso san Giovanni nel prologo del suo Vangelo dice che dalla pienezza del Figlio di Dio “noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia su grazia. Poiché la Legge venne da Mosè, la grazia e la verità per mezzo di Gesù Cristo”. B) L’AMORE DI DIO PADRE: questa “grazia” donataci dal Figlio proviene in realtà dal Padre, fonte della vita e del perdono. Lo dice Gesù nel brano evangelico di oggi e lo leggiamo nella prima lettura. Gesù disse a Nicodemo: “Il Padre ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. E ancora: “Il Padre, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”. Si noti bene che, secondo queste parole di Gesù, lui non è e non sarà nostro salvatore se noi non ci serviamo di lui per salvarci. Lui è come il salvagente lanciato dalla nave in mare: chi se ne serve è salvo, chi non se e serve perisce. Anche nella prima lettura leggiamo che Dio si fermò vicino a Mosè e proclamò: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà”. C) LA COMUNIONE DELLO SPIRITO SANTO: lo Spirito Santo è trait-d’union tra Dio Padre e Dio-Figlio, ed è colui che crea la comunione dei santi. Gesù paragonò lo Spirito all’acqua quando disse: “Chi ha sete venga a me e beva. Sorgenti di acqua viva sgorgheranno nel suo seno”. Giovanni dice che si riferiva allo Spirito Santo. Lo Spirito è simile all’acqua la quale, messa nel cemento, lo amalgama. Così fa con tutti coloro che credono nel Padre e nel Figlio, e crea la Comunione dei santi. Lo Spirito Santo unisce i fidanzati nell’amore e li conduce alla consacrazione al Padre davanti all’altare, e tiene salda la famiglia che si lascia plasmare da lui; Santo suscita l’amor dei missionari e l’ardore dei martiri. E’ Lui che organizza il volontariato ogni volta che sorge qualunque necessità nel mondo. Quando succede un terremoto, un maremoto, una epidemia, una guerra, forse abbiamo la sensazione dell’assenza di Dio, che invece opera efficacemente nel silenzio. E’ lo Spirito Santo che ha creato gli ospedali, i quali sono una istituzione cristiana, e il primo fu istituito nel secolo IV da San Basilio il Grande. Lo Spirito Santo è l’Amore che “per tutto l’universo si squaderna”.

P. Fiorenzo Mastroianni

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