In quel tempo 1 Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Lucifero – cioè l’angelo più bello creato da Dio – precipitò dal cielo come una folgore e divenne Satana allorché si rifiutò di adorare Dio che si sarebbe fatto uomo. Semmai – egli pensò – deve essere l’Uomo-Dio ad adorare me!… Questo desiderio smisurato di satana viene confermato dall’episodio narrato oggi dagli evangelisti Matteo e Luca: satana si avvicinò a Gesù nel deserto e gli chiese di inginocchiarsi davanti a lui e adorarlo. Secondo alcuni, l’episodio narrato dai due evangelisti non sarebbe storico, ma rinvierebbe ad alcune “suggestioni” o “ipotesi” di Gesù nella scelta del modo di salvare il mondo: attraverso il fasto e la gloria o attraverso l’umiliazione della croce. Ma si obietta che Gesù non avrebbe mai ipotizzato la salvezza del mondo attraverso l’adorazione di satana. Certamente però hanno senso allegorico i termini usati da Matteo, secondo il quale satana “prese Gesù” e lo portò prima sul pinnacolo del tempio e poi su un monte molto alto. Non è detto che Gesù non lasciò mai il deserto nell’arco di 40 giorni. Sono cose che interessano meno; interessano di più le tre “tentazioni”. In realtà soltanto la terza fu vera tentazione, poiché Gesù avrebbe potuto benissimo cambiare le pietre in pane e venir giù dal pinnacolo del tempio, senza per questo far peccato. Gesù, Uomo-Dio, era libero di fare ciò che voleva. Lui che non assecondò il suggerimento di satana, adempì il desiderio di Maria di cambiare l’acqua in ottimo vino! Lui, che non si calò giù dal tempio, camminò placidamente sulle onde del lago. Si parla di tre tentazioni, per il solo fatto che per tre volte satana ricorse a un’astuzia, con la quale cercò di ingannare Gesù, come inganna tutti gli uomini: farsi credere pietoso e compassionevole, per ottenere che gli uomini lo adorino. Vedi Dio come è cattivo – ci suggerisce – fa venire le guerre e i terremoti, fa morire i bambini, non ti ascolta quando lo preghi, ecc. Inculca la diffidenza verso Gesù che ci ha imposto il giogo dei comandamenti e l’obbligo di prendere la croce ogni giorno per seguirlo verso il Calvario, mentre noi vogliamo solo godere la gloria facilmente raggiungibile con l’inganno, il peccato, il denaro, il sesso Approfittando che Gesù ebbe fame, si finse suo amico, invitandolo a cambiare le pietre in pane, e invitandolo a non scendere dal tempio non seguendo la via normale – la scalinata – ma a risparmiarsi, volando con le ali degli angeli. Anche noi tentiamo Dio quando, anziché usare medicinali o senza voler ricorrere a operazioni chirurgiche, pretendiamo da Dio il miracolo! Falsamente generoso, satana si disse pronto a concedere a Gesù tutto il mondo, in cambio di un gesto poco dispendioso ma di valore spirituale cosmico: inginocchiarsi per adorarlo. In realtà noi non sappiamo se satana era convinto che Gesù fosse il Figlio di Dio, o se invece voleva scoprirlo invitando Gesù a fare dei miracoli. Certamente satana sa che tutti gli uomini aspirano ad essere Dio e a possedere la gloria, essendo stati creati ad essere “come Dio” e a godere della sua gloria. Sfruttando questo desiderio umano, ingannò Adamo ed Eva, inducendoli a disobbedire a Dio per diventare come Lui. Satana vuol mettere se stesso al posto di Dio, e vuole togliere all’uomo la vera gloria – quella eterna – che consiste nel servire Dio – servire Deo regnare est – per dargli una gloria mondana, che satana dice di essere sua e di poterla dare a chi vuole, come riferisce Luca. Da duemila anni satana ricorre allo stesso stratagemma, e riesce a fare deviare gli uomini da Dio, mostrandosi compassionevole e generoso verso gli uomini, all’unico scopo di assoggettarli a se stesso. L’inno a satana di Giosuè Carducci dimostra quanto lo spirito maligno riesca a insinuarsi nelle menti anche dei migliori, per farsi riconoscere “principio immenso” dell’universo e “forza vindice della natura”. Dall’episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto impariamo a scoprire le astuzie di satana, che mai sarà amico compassionevole ma nemico dichiarato dell’uomo, e che può essere sconfitto solo allontanandolo senza discutere, sapendo che c’è un solo Dio, creatore e padre amorevole di tutti gli uomini. Gesù ci ha insegnato a confidare sempre in Dio, l’unico veramente buono e pietoso, che ci nutre con la manna del cielo, con il pane quotidiano, con l’eucaristia, e persino con la sua parola: alcuni santi hanno vissuto senza mai mangiare altra cosa fuori dell’eucaristia. Gesù ci insegna a confidare in Dio e non nel nostro essere uomini di Chiesa e uomini di preghiera, ma ad abbandonarci alla sola volontà di Dio. Spesso, infatti, forziamo la volontà di Dio. rinfacciandogli che siamo buoni o che siamo suoi figli. Nessuno è così forte come Gesù. L’uomo crede e rinnega, ama e tradisce, a cominciare dagli apostoli. Non allontaniamo da noi Gesù, a causa dei peccati dei cristiani e del clero, ma allontaniamo satana, come fece l’unico Maestro, Agnello innocente, che nel deserto lo cacciò via, e molte altre volte lo costrinse a uscire da persone ossesse.

P. Fiorenzo Mastroianni

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