25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.
34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.
Riflessione
In questo vangelo Gesù utilizza una tattica pedagogica per insegnare e far ricordare bene qualcosa di importante: impaurire. Se io temo un pericolo e una persona autorevole mi informa che sta per venire, io mi preparo ad affrontarlo, sono in ansia, non gioisco, prego, piuttosto!
Gesù annuncia che a breve termine verrà un tempo dalle caratteristiche catastrofiche: ci saranno sconvolgimenti astronomici, celesti e terrestri, dappertutto, e lui in persona apparirà in mezzo al cataclisma, come Personaggio potente e Giudice severo. Eppure la conclusione è positiva: con lui arriverà la liberazione, dal male, ovviamente, dal peccato! Anzi, Gesù svela gli accorgimenti che bisognerà seguire per non essere travolti dalla “fine del mondo”: vegliare e pregare, per incontrarlo senza paura, sereni, sicuri di sé e pieni di fiducia in lui.
Viene però spontanea la domanda: Gesù si è presentato minaccioso durante la sua vita terrena? La risposta è positiva: sì, in diverse circostanze Gesù si mostra giustamente irritato, specialmente in collera contro i farisei. Possiamo ricordare anzitutto come nel vangelo di Marco (cf. Mc 1,41) Gesù è preso da collera di fronte al lebbroso, perché sente sdegno davanti a quel malato emarginato: è come se gridasse: “Non è giusto! Perché?”. Ancora, Gesù si adira verso i pretesi osservanti della Legge quando, entrato di sabato nella sinagoga, guarisce un uomo con la mano paralizzata (cf. Mc 3,1-5. Qui l’ira si legge nello sguardo di Gesù, che avverte severamente quei presunti sani, quei presunti giusti! Tutti ricordiamo inoltre come si comportò Gesù quando trovò il tempio trasformato in una casa di commercio (cf. Gv 2,15). Infine, conosciamo bene le invettive, il “Guai a voi!” (che significa: “Maledetti”!) ripetuto sette volte nei confronti degli scribi e farisei ipocriti (cf. Mt 23,13-32).
Ma nella vita di ogni giorno Gesù ha mostrato la sua pace interiore, la sua umiltà, la sua compassione, il suo “essere venuto per servire, non per essere servito” (cf. Mc 10,45), il suo amore per i piccoli, i poveri, gli indifesi; ha mangiato con i peccatori e ha perdonato tutti coloro che lo hanno avvicinato con fiducia. Ora invece dovrebbe manifestare una seconda personalità, quella di uno che non ha voglia di scherzare, ma fa sul serio, decide della vita eterna di uomini e donne, terrorizza, rattrista, punisce, condanna come un Giudice spietato?
La verità è che in quel giorno apparirà solo l’Amore. Gesù è in pienezza Misericordia, Comprensione, Perdono che da peccatori ci rende gratuitamente santi. Ha pagato per noi sulla Croce la pena dei nostri peccati, e ci ha donato GRATUITAMENTE la grazia, cioè la riconciliazione profonda e fiduciosa con Dio, Padre suo e Padre nostro, che avevamo offeso nel giardino dell’Eden . Non ha voluto nulla in cambio, per essersi sostituito a noi, lo ha fatto per Amore, non per un Guadagno personale.
Morire e Risorgere, a lui hanno costato tanto, a noi non costano niente, perché li riceviamo come un dono di amicizia: a noi spetta però il severo compito di disobbligarci, tramite la nostra fede e il nostro amore pieno di riconoscenza per lui. E saremo giudicati solo su questo: la profondità del Suo e del nostro Amore. Amen.