Vangelo

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Il titolo della solennità odierna andrebbe ampliato: Maria SS. Madre di Dio indica che la festa riguarda solo Maria; andrebbe ampliato col titolo: Maria Madre di Dio-Salvatore, se è vero che tutti i vangeli dell’infanzia sottolineano l’elemento “salvatore”. Poiché i salvati siamo noi, la festa odierna riguarda Maria ma riguarda anche noi.

Già l’arcangelo Gabriele annunciò a Maria: “Ecco, concepirai un Figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù” (Lc 1,32), che vuol dire salvatore.

A Giuseppe, nel sogno, disse: Maria “partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,21).

Ai pastori, nel campo, disse: “Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2,11).

Maria, che conosceva tutta la storia delle apparizioni, non poteva non confrontare tutte le parole: essa “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19).

Anche il vecchio Simeone tornerà a ripetere questa parola, quando dirà: “i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli” (Lc 2,30).

Gesù è il salvatore, e Maria è la Madre del salvatore, o meglio, del “Dio salvatore”, poiché Gesù significa esattamente “Dio salvatore”.

Oggi è la festa di Maria Santissima Madre di Dio, ma è anche la festa nostra, cioè dei salvati.

Per Maria è più glorioso il secondo titolo che il primo: infatti divenne madre di Dio per dono gratuito del Signore; il Salvatore, invece, la coinvolse nell’opera della salvezza.

Contemplare Maria come Madre di Dio, potrebbe interessarci meno, poiché sarebbe un fatto tra Lei e Dio. Contemplarla come Madre di Dio salvatore degli uomini, ce la rende molto più vicina, e suscita il nostro interesse, e il nostro ringraziamento a Maria per la sua mediazione.

Contemplando e meditando anche noi “tutte queste cose”, non possiamo non  rallegrarci come i pastori, poiché siamo noi i salvati da quel bambino con la cooperazione della madre comune!  Lei infatti, dicono i teologi, è la corredentrice, la con-salvatrice, poiché nel giorno della salvezza – la crocifissione di Gesù – Lei era stata già redenta e poté offrirsi “immacolata” col Figlio per noi.

Detto questo, possiamo concentrare la nostra mente sull’episodio dei pastori, che vegliavano nella notte e ricevettero l’annuncio dell’angelo, foriero di una “grande gioia”, per la nascita in mezzo a loro del “salvatore”.

Cosa capirono i pastori? Forse nulla. Ma la parola “salvatore” somiglia alla parola “benedizione”, che fa pensare ad ogni cosa buona. Gesù-Bambino era portatore di ogni cosa buona, a cominciare dalla pace, evocata dallo stuolo di angeli che cantavano: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore”.

Ma se quei pastori avevano un minimo di cultura religiosa, l’accenno – da parte dell’angelo – alla città di Davide e al Salvatore, poté aprir la loro mente alla nascita del Messia, da tutti attesa come imminente.

Se questo si verificò nella mente e nel cuore dei pastori. possiamo immaginare cosa videro con gli occhi di carne e cosa intravidero con quelli dell’anima, fissando quel bambino “avvolto in fasce e adagiato nella mangiatoia, e fissando la madre, vista da loro per primi come madre del Messia.

E anche nella mente e nel cuore di Maria si aggiunse un tassello alle cose meravigliose che si dicevano del Bambino Gesù.

Parlandoci dei pastori, della loro gioia e della loro semplicità nell’accogliere la rivelazione dell’angelo, la liturgia di oggi vuole indurci a comportarci allo stesso modo anche noi,  nell’accogliere il messaggio sulla divina maternità di Maria e sull’opera di salvezza di Gesù.

In realtà, tutto contraddiceva alla grandezza annunciata dall’angelo: una capanna, una mangiatoia, il freddo, la notte, lo squallore. Ma quei pastori, nalla loro semplicità, andarono oltre le apparenze e credettero alla profezia dell’angelo: quel Bambino in fasce era il Salvatore, e quella giovane donna era la Madre del Salvatore, che era anche Figlio unigenito del Padre-Dio!

Ci vollero centinaia di anni perché la Chiesa si evolvesse da pastori e pescatori a Padri e Dottori, per poter capire meglio il mistero del natale: e così nel 325, oltre duecento Vescovi definirono Gesù Figlio unigenito di Dio, e nel 431 altrettanti Padri definirono Maria Madre di Dio: Theotòkos. Il secondo Concilio Costantinopolitano (553) proclamò la perpetua verginità di Maria.

Negli ultimi due secoli la   Chiesa ha definito Maria anche Immacolata (1854) e Assunta in cielo (1951).

P. Fiorenzo Mastroianni

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