Vangelo
Oggi si è compiuta questa Scrittura.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,1-4;4,14-21
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Parola del Signore.
Luca ci fa sapere che “molti” – all’inizio della storia della Chiesa – presero la penna per narrare gli “avvenimenti successi tra noi”. Origene (+254) ricorda un Vangelo “secondo Tommaso”, uno “secondo Mattia”, un altro “secondo i dodici apostoli”, e persino uno “secondo gli egiziani”. Ricorda anche di averne letti “molti altri”, ma conclude dicendo: “in tutta questa congerie di scritti, noi non accogliamo se non ciò che approva la Chiesa: cioè sappiamo di dover accettare solo quattro Vangeli” consegnatici dalla Chiesa.
Scriba mansuetudinis Christi: Luca – il medico che forse non aveva mai visto Gesù – indagò personalmente sulla verità del Cristo: “èdoxe k’amòi parekolouthekòti”, cioè “parve anche a me accurato ricercatore di scrivertene a te, o Teofilo”-
Luca usa quattro avverbi per significare il modo accurato in cui ha indagato:
-àpothen: fin dall’inizio;
-pàsin: su ogni cosa;
-akribòs: diligentemente;
-kathexès: ordinatamente.
Quali i risultati? Matteo lo presentò come il nuovo Mosè, Maestro e Legislatore. Marco lo considerò come l’Agnello sacrificato per gli uomini. Giovanni ne ammirò la gloria “come di unigenito dal Padre”. Luca scoprì in Gesù la mansuetudine, la bontà, la tenerezza, tanto che il sommo poeta Dante caratterizzò il terzo evangelista con la lapidaria definizione di “Scriba mansuetudinis Christi”.
L’accurata ricerca storica effettuata da Luca ci garantisce che Gesù affermò di essere lui il Messia predetto dai profeti, munito non del carattere di guerriero politico ma di annunciatore di un “lieto messaggio” ai poveri di Jahvè, di liberazione dei prigionieri e degli oppressi dal giogo di satana, di irradiazione dei cuori e delle intelligenze accecate dal male, e di proclamatore di un “giubileo” di perdono e di grazia per gli uomini di buona volontà.
“Oggi si è adempiuta”: gli ebrei usavano radunarsi nella sinagoga per leggere la Scrittura. Per 700 anni lessero le parole di Isaia, circa la venuta del Messia. Per circa 30 anni Gesù partecipò a tali letture, senza rivelare nulla di se stesso, preferì farsi conoscere come “il figlio del falegname”.
Aveva circa 30 anni quando nella Sinagoga di Nazaret rivelò a tutti che quella profezia tante volte letta si riferiva a lui. Infatti, “arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella Sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita coi vostri orecchi” (Lc 4,20s).
Pochi giorni prima, Gesù aveva cominciato a predicare per le vie della Palestina, e tutti notarono che conosceva bene la Scrittura e lo chiamavano Maestro.
Tornato da Gerusalemme con l’alone di essere Figlio di Dio e di avere il potere dei miracoli, i suoi compaesani erano curiosi di conoscerlo meglio, ed anche di ottenere qualche beneficio.
Gesù si presentò come Messia, a differenza di tanti altri, tutti falsi: “Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti, ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta… Io sono il buon pastore” (Gv 10,8ss).
Il termine “tutti” appare esagerato se non significasse “tutti coloro che si sono dichiarati Messia prima di me”. Altrimenti da Mosè in giù sarebbero stati “ladri e briganti”.
Gesù – quando voleva – rivelava volentieri la sua identità messianica: alla Samaritana disse subito “sono io che ti parlo”; Andrea disse a Pietro: “Abbiamo trovato il Messia”. Filippo disse a Natanaele: “abbiamo trovato colui del quale scrissero Mosè nella legge, e i profeti”. Lo sapevano perché edotti da Gesù.
Ma chi garantisce per Gesù? Perché solo lui è il Messia?
Garantiscono le Scritture, lui stesso, i miracoli, la voce del Padre, il Battista. Di sé disse Gesù: “Io sono la Verità”, e lo dimostrò in tutti i modi, con la sublime dottrina e con la sua alta moralità, dato che nessuno poté mai accusarlo di peccato…
“Scrutamini Scripturas… quae testimonium perhibent de me” (Gv 5,39). Secondo Filippo, Gesù è “colui di cui hanno parlato Mosè nella Legge, e i profeti”, lo stesso che era anche “figlio di Giuseppe di Nazaret”.
Dio Padre, nel giorno del battesimo nel Giordano disse: “Questi è il mio Figlio diletto, ascoltatelo”. Gesù ribadì: “Se io mi rendessi testimonianza dal solo, la mia testimonianza non sarebbe valida, ma c’è il Padre che testimonia per me”.
Il Battista: c’è corrispondenza tra le parole del Battista e quelle di Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me” (Isaia); “Colui sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza in Spirito Santo e fuoco”. “Io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.
Tutti briganti?: prima di Gesù vennero uomini come Teuda e Giuda il Galileo, che dicevano di “essere qualcuno” ed ebbero dei seguaci (At 5,36s), ma fallirono perché non erano il Messia.
Anche i Veda e le Upanisad hanno i loro libri sacri. Maometto si dichiarò profeta.
I cristiani rispettano tutte le religioni, nelle quali intravedono rivelazioni parziali della Verità, cioè i “semina Verbi”, come diceva san Giustino. Ma Gesù disse di essere “più che profeta”, anzi Figlio di Dio. Una cosa è un profeta e un’altra è un Uomo-Dio, non del mondo di quaggiù ma di quello di lassù, essendo “uscito” (exèlthon) dal Padre.
Gesù è stato predetto dai profeti, è nato verginalmente, si è fatto uccidere, è risuscitato, è asceso al cielo veramente, e fu visto da circa 500 persone.
Si può non credere, ma questi sono i fatti. Il cristianesimo ha troppa luce per chi vuol credere!
Concludendo, le parole “oggi si è adempiuto” non si riferivano a 2000 anni fa ma ad ogni momento della storia del passato, del presente e del futuro. La Chiesa, la sposa di Cristo, è maestra di progresso e di civiltà, in Italia come in Africa o in America Latina, oggi come nel passato, oggi come nel futuro. Guardate e vedete se i paesi più avanzati non sono i paesi cristiani.
P. Fiorenzo Mastroianni


