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In quel tempo 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». 7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via. 11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Questa domenica III di Avvento si chiama domenica gaudete, perché il brano evangelico di oggi ci offre buon motivo per rallegrarci, noi cristiani. Oggi, infatti, Gesù ci dice che il Battista è il “più grande tra i nati di donna”, ma che “il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”. Per capire, cominciamo col farci una domanda: se le realtà materiali si misurano col centimetro o col metro, qual è il criterio per misurare le realtà spirituali? Come poté dire Gesù che la fede della Cananea era “grande”, e quella di Pietro era “poca”?. Se vogliamo prendere come risposta a queste domande le parole dette da Gesù nella stessa pericope evangelica, possiamo far consistere la grandezza di Giovanni 1) nella sua forza interiore, non essendo “una canna sbattuta dal vento”; 2) nella sua scelta assoluta di Dio, avendo rinunziato al mondo, e persino alle vesti, coprendosi di peli di cammello e cibandosi di miele selvatico; 3) perché era “più che profeta”, in quanto non si limitò – come gli altri profeti – ad annunciare la venuta del messia nel mondo, ma fu mandato da Dio come “giullare” del Re disceso sulla terra. Per questi e per altri motivi a noi ignoti, Gesù gli diede la medaglia che Giovanni non si aspettava, perché si giudicava indegno di sciogliere persino i sandali dei piedi di Gesù; lui, che è l’”amico dello Sposo”, che gioì di gioia grande (charà chàirei) nel solo sentire la voce dello Sposo che, apparso tra la folla, chiese a lui il battesimo di acqua. Il Battista stesso riconobbe che il suo battesimo di acqua non era paragonabile al battesimo di Spirito-che-è-fuoco istituito da Gesù, anticipando le parole di Gesù, quando disse che il più piccolo battezzato col fuoco è più grande del più grande uomo della storia, quale era il Battista. Sappiamo così che il più grande e perfetto di qualunque religione non cristiana, è considerato da Gesù come più piccolo di un bambino appena battezzato! Tanto è lo splendore dello Spirito-Fuoco che irradia l’anima del neo-battezzato, appena entrato nel così detto regno di Dio! Il regno di Dio è infatti il regno della Grazia instaurato da Gesù, il regno dei redenti col sangue dell’Agnello annunciato da Giovanni. Il regno di Dio è regno visibile attraverso gli occhi dei ciechi che ricuperavano la vista al tocco di colui che disse “Io sono la Verità”, degli zoppi che riprendevano il cammino ad opera di colui che disse “Io sono la Via”, dei morti che risuscitavano al richiamo di colui che disse “Io sono la Vita”, dei sordi che imparavano a sentire e a pronunciare parole ricche di senso, per volere di colui che è il Verbo di Dio. Il regno di Dio era Gesù stesso (autobasileia) apparso in mezzo agli uomini per salvare coloro che negano la Verità per seguire false ideologie e false religioni; per dare nuova lena agli zoppi, ai pigri, ai dubbiosi circa la meta da raggiungere; per ridare vera vita ai peccatori che credono di vivere ma sono morti ambulanti nel peccato; per annunciare a tutti che Dio non deve essere pensato come padre-padrone ma come Padre-materno, come papà misericordioso, come salvatore che dà la vita per le sue pecorelle. Davvero è stata “copiosa” la redenzione operata dal Figlio di Dio, e veramente radiosi sono i giorni del Nuovo Testamento, vedendo i quali da molto lontano Abramo (2000 anni prima) gioi – egàre – come gioì il Battista. Per questo, i discepoli di Giovanni divennero discepoli di Gesù e pescatori di uomini. I discepoli di Giovanni, ed anche i Farisei, i Sadducei, i Pubblicani, i Soldati, devono andare oltre le apparenze, ritenendo non il Battista ma Gesù come vero Messia. Gli uomini “pescati”, cioè tratti fuori dal mare del peccato, passano nell’oceano dell’amore di Dio, a tre condizioni: a) che credano nel Figlio di Dio, b) ricevano il battesimo, c) si impegnino a vivere secondo il Vangelo imitando Gesù “mite e umile di cuore”. Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato fino a diventare madre, fratello, sorella di Gesù, e fino a regnare con Lui, al quale il Padre ha dato “ogni potere in cielo e in terra”…. Più grandi di così…! -
P. Fiorenzo Mastroianni Ofm Capp.


