Littera gesta docet: la lettera insegna i fatti.

Quid credas allegoria: l’allegoria cosa credere.

Moralis quid agas: la morale cosa fare.

Quo tendas anagogia: l’anagogia indica la meta.

LETTERA (Lc 5,1-11): Luca ci mostra oggi cinque quadretti distinti tra loro: 1) Gesù, prima in piedi sulla spiaggia e poi seduto nella barca di Pietro, predica alla gente; 2) Le barche prendono il largo, i pescatori gettano le reti che si riempiono di pesci; 3) la gente sembra dileguarsi dalla spiaggia, mentre i pescatori – rimasti soli col Signore – mostrano “grande stupore” per la quantità di pesci tirati a riva; 4) Pietro ai piedi di Gesù, prega: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”; 5) Gesù lo invita a diventare “pescatore di uomini”, Pietro, Giacomo e Giovanni, “tirate le barche a terra”, lasciano tutto e lo seguono.
ALLEGORIA: il brano evangelico ci propone una grande verità da constatare e da credere: Gesù è il polo di attrazione: delle folle, dei pesci, dei discepoli, e non solo.
Le folle, come pecore senza pastore, trovano in lui il pastore buono che le guida ai pascoli ubertosi della fede in Dio, nutrendole con la sua parola; i pesci sentono il richiamo del Creatore, e diventano simbolo di ciascuno di noi che – pesci buoni o pesci cattivi, volenti o nolenti – siamo “catturati” da Dio per essere portati sulle sponde dell’eternità; i discepoli rappresentano anzitutto gli Apostoli che, anch’essi “catturati” dalla parola di Gesù, si pongono alla sua sequela; ma rappresentano anche tutti coloro di cui Dio si serve per invitare gli uomini a lasciarsi “irretire” dalla parola di Dio per la propria salvezza. Gesù è polo di attrazione di tutto il creato, rappresentato dalle creature umane e animali, e anche delle creature angeliche che, come disse Gesù a Natanaele, a cielo aperto salgono e scendono sopra di lui. Ed è infine polo di attrazione di Dio Padre che lo riguarda come suo figlio “prediletto”, e dello Spirito che aleggia “in permanenza” sopra di lui. Gesù è davvero il centro di tutto (cristocentrismo).
MORALE: forse l’aspetto più interessante dell’episodio lucano è quello morale: che cosa
dobbiamo fare, o che cosa chiede a noi Dio, secondo gli insegnamenti dell’Allegoria? Dobbiamo tutti sentirci o pescati o pescatori. O meglio, dopo esserci sentiti tutti pescati, dobbiamo diventare – ciascuno a suo modo – pescatori di uomini. E’ un dovere, perché solo se ci sentiamo pescati, cioè salvati dalla misericordia di Dio, viviamo nell’umiltà e nello spirito di ringraziamento, e solo se – con la parola e con l’esempio – contribuiremo a salvare i fratelli, saremo salvi anche noi. Nessuno può salvarsi da solo!…
Ancora: come Pietro, tutti dobbiamo inginocchiarci davanti al Signore per dirgli: “io sono un uomo peccatore”, riconoscendo che non siamo degni di stare vicino a Gesù, il santo di Dio. Ma Gesù non si allontana da noi, anzi ci invita a restare sempre con lui, come fece con Pietro, Giacomo e Giovanni.
ANAGOGIA: Seguire Gesù è lo scopo ultimo della vita dell’uomo sulla terra ed anche nel cielo, dove i santificati seguono l’Agnello ovunque Egli vada. La mistica non è privilegio di pochi, ma è l’ideale di perfezione di ogni essere umano. Si diventa perfetti come è perfetto il Padre, solo seguendo Colui che è “il santo di Dio”.
P. Fiorenzo Mastroianni, OFMCap.

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