* LETTERA (Lc 3,15-16.21.22): : la liturgia di oggi celebra il battesimo di Gesù. Il vangelo ci
presenta i seguenti personaggi: 1) il popolo, che si chiede se il Battista non sia il Messia atteso da secoli; 2) il
Battista, che legge nel cuore della gente e si umilia per innalzare un altro che non nomina ma che “viene”, è
“più forte” di lui, e “battezza in Spirito Santo e fuoco”; 3) Gesù, che si fa battezzare da Giovanni e prega; d)
lo Spirito, che aleggia su Gesù sotto forma di colomba; 4) la voce del Padre, che si rivolge a Gesù per dirgli
due cose: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.
* ALLEGORIA: spesso gli uomini si confondono su chi porre la propria fiducia, e stranamente
inclinano a credere nel non-Messia anziché nel Messia. Se Giovanni si fosse proclamato Messia gli
avrebbero creduto come credettero a Teuda e a Giuda il Galileo (At 5,36s) e s’ingannarono.
Giovanni presenta un altro ma non gli credono, come li rimprovererà poi Gesù (Mt 31,32). Gesù non si
autoproclama Messia né Figlio di Dio, ma si lascia proclamare tale dal Battista, dai miracoli, dal Padre,
poiché disse: “Se rendo testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non vale” (Gv 5,31); “Le opere mi
rendono testimonianza… e il Padre mi rende testimonianza” (Gv 36,36).
Anche oggi troviamo più facile credere in Budda, nei Testimoni di Geova, che non nel Cristo della
Chiesa Cattolica. Eppure, Gesù è l’unico fondatore di religione che ci ha dato garanzie di autenticità. Solo
Lui è risorto dai morti, Lui il forte, l’intoccabile, il battezzatore in Spirito Santo e fuoco. Nel vangelo di oggi
c’è poi l’allegoria della Trinità – Padre, Spirito, Figlio – che distingue il Cristianesimo dall’Ebraismo e
dall’Islamismo
* MORALE: Gesù ci insegna che chi vuole salvarsi deve porsi domande di senso: su Dio, sulla vita e
sulla morte…; deve sapersi leggere nel cuore come gli ebrei che “si domandavano in cuor loro”…; deve
mettersi in fila come il popolo che andava a chiedere spiegazioni al Battista (=istruirsi) e farsi battezzare in
segno di penitenza per i propri peccati; deve accettare le “credenziali” dell’unico Messia-Salvatore, Gesù.
Egli ci insegna a umiliarci davanti a Dio accettando cose semplici come il battesimo nel fiume Giordano: è
possibile che un pò d’acqua in testa mi salva?… è possibile che un uomo mi assolva dai peccati?… è possibile
che in un’ostia ci sia il Cristo? L’opera della salvezza cominciò con le parole di Gabriele: “Tutto è possibile
a Dio”. Per salvarsi bisogna partire con due piedi: credere e farsi battezzare. “Chi crederà e si farà battezzare,
sarà salvo; chi non crederà (e non si farà battezzare) sarà condannato”, disse Gesù.
* ANAGOGIA: il cielo che si stende sulle nostre teste non è il confine dell’essere, ma si apre su altri
cieli e sui cieli dei cieli dove c’è Dio, Padre “che è nei cieli”. Il cielo che vediamo coi nostri occhi si aprì
varie volte sulla testa di Gesù per far sentire agli uomini la voce del Padre, e alla fine si aprì per riaccogliere
Gesù che ne era prima disceso; e poi ancora si aprì davanti agli occhi di Stefano che vide Gesù alla destra del
Padre, e di Paolo che vide Gesù e restò folgorato. Gesù disse: “Vedrete i cieli aperti e gli angeli di Dio salire
e scendere sul Figlio dell’uomo” (Gv 1,51). Un giorno, se oggi crediamo e ci facciamo battezzare, si
apriranno i cieli anche sopra di noi!
P. Fiorenzo Mastroianni, OFM Cappuccino