Mt 24,37-44 I domenica di Avvento

In quel tempo Gesù disse: «37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. 42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.».

PREPARARSI AL FUTURO

“Prepararsi al futuro” è il sottotitolo di una famosa serie televisiva di Piero Angela (Quark), con l’intento di farci preparare alla “vita” futura sul pianeta; ma può essere il titolo delle seguenti riflessioni sul vangelo della prima domenica di Avvento, volendo preparci alla palingenesi universale, qualora dovesse succedere durante la nostra parentesi terrena. La filosofia e la teologia sono d’accordo su tre certezze: il mondo esiste, il mondo ebbe un inizio, il mondo avrà una fine. Il mondo esiste: lo vediamo, lo percepiamo, lo pensiamo, ne conosciamo le caratteristiche. Cartesio diceva: Cogito, ergo sum. Poiché tutte le cose nascono e muoiono, esse ebbero un inizio, e verrà un momento che si esauriranno, e sarà la fine. Gesù, però, ci rivela oggi che il mondo cesserà di esistere prima del suo esaurimento, per decisione di Colui che gli diede inizio: Dio, l’eterno, l’assoluto, l’unico che non ha né origine né fine. Dio è l’essere necessario che spiega l’esistenza di tutte le cose, le quali dipendono da Lui nel loro esistere e nel loro morire. Egli è l’Alfa e l’Omega. La fine del mondo non è la fine della terra in cui abitiamo, ma la fine di tutto l’universo creato. E questo può farlo solo Dio. L’uomo, con le bombe atomiche o altre bombe potrebbe distruggere la terra, ma non tutto l’universo. Dio distruggerà questo universo, per sostituirlo con uno nuovo: et erunt coeli novi et terra nova. Ecce nova facio omnia. Circa il “quando” avverrà la fine del mondo, Gesù si rifiutò di rispondere, dicendo che non lo sa neanche il Figlio, ma soltanto Dio Padre. Fu un modo per dirci: “non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere” (At 1, 7). E alla domanda “quali sono i segni che precederanno la fine del mondo?”, Gesù non diede una risposta ma una serie di risposte, riportate da Matteo e da Luca in maniera apparentemente contraddittoria: secondo l’evangelista Luca “vi saranno segni nel sole e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere. Le potenze dei cieli, infatti, saranno sconvolte” (Lc 21, 25-26). Certamente non disse questo per spaventare gli ascoltatori, poiché concluse dicendo: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Lc 21, 28); infatti, proprio “allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria” (Lc 21,27). Secondo il vangelo di oggi, invece, narrato da Matteo, la fine del mondo avverrà in tempo di assoluta tranquillità: “come nei giorni che precedettero il diluvio [universale, al tempo di Noè] mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo”. Le due narrazioni non sono contraddittorie, poiché la tranquillità potrebbe precedere lo sconvolgimento universale, che verrà – appunto – improvvisamente. Ma a noi interessa davvero conoscere i tempi e i modi che precederanno la fine del mondo? Non ci interessano per nulla, mentre ci interessa il modo in cui noi dobbiamo prepararci a quel momento o al momento della nostra morte. L’unica cosa che ci interessa è la raccomandazione finale di Gesù: “tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo” (Mt 24,44). Viene per la fine del mondo (parusia), viene al momento della nostra morte. Se ci terremo pronti, praticando la fede, la speranza e la carità – i tre doni da portare a Gesù come l’oro, l’incenso e la mirra dei magi –allora potremo alzare il capo, come dice Gesù nel vangelo di Luca: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Lc 21, 28).
P. Fiorenzo Mastroianni

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