EFEBO, FORTUNATO E MASSIMO

 Efebo, Vescovo di Napoli, scendeva nella zona selvosa dove erano sepolti gli antenati, dormienti nelle catacombe, al riparo dalla luce del sole e della luna.

Dove egli scendeva a pregare, lì volle anche la propria tomba, lontano dal mondo e dai pagani. Quella tomba emana ancora oggi soavi odori, che attirano devoti e pellegrini. Venne prima san Fortunato, ancora con le perle di sudore della battaglia combattuta con Cristo e vinta contro Ario. Poi venne san Massimo, che volle stringersi a sant’Efebo, così che, oggi, un “triplice fulgore” abbaglia chi si avvicina ai tre santi e al loro sacrario.

 EFEBO, FORTUNATO E MASSIMO

 Scendeva Efebo nella selva bruna
ove nel tufo dei sacrati scavi
stavan gli avelli degli antichi avi,
al sole ascôsi e al chiar di luna.

Ove orava Efebo volle la cuna,
lungi da l’orbe e dai pagani pravi,
spargendo odori di virtù soavi,
e ancor oggi i suoi fedeli aduna.

Venne prima a Lui san Fortunato,
perlato di sudor de la battaglia
che il divin Cristo contro Ario vinse.

E venne Massimo, e pure a Lui si strinse,
sì che trino fulgor ciascun abbaglia
chi a lor s’appressa ed al sacel sacrato!

P. Fiorenzo Mastroianni

S. Eframo 7.1.2011

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