Vangelo
Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 13,24-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
Parola del Signore.
Nel vangelo di oggi, Gesù afferma: “non passerà questa generazione, prima che tutto questo avvenga”. Coloro che udirono queste parole, interpretarono le parole “questa generazione” nel senso di “entro pochi anni”, e si posero in attesa del ritorno imminente di Gesù. Ma certamente Gesù intese riferirsi alla generazione “adamitica”, alla generazione umana. E ciò a prescindere dalla possibile ipotesi che esistettero altri tipi di “generazioni umane” prima di Adamo ed Eva, o che ci potrebbero essere altri tipi dopo “questa generazione”, che si chiuderà con la così detta “fine del mondo”; infatti, dopo tale fine, ci saranno “cieli nuovi e terre nuove” per possibili altri esseri, diversi dai discendenti di Adamo ed Eva.
Sul brano evangelico di oggi possiamo fare riflessioni filosofiche, teologiche, ascetiche ecc.
Dal punto di vista filosofico, secondo san Tommaso è possibile che il mondo sia eterno, cioè senza inizio né fine, ma sempre dipendente da Dio. E’ possibile, ma non corrisponde con la realtà della rivelazione. Appartiene infatti alla rivelazione il concetto di creazione e di inizio del tempo.
La rivelazione parla di un INIZIO, di una PIENEZZA e di una FINE del tempo.
Gesù pregò il Padre: “Padre, restituiscimi quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse”. L’incarnazione avvenne “nella pienezza dei tempi”, quando Gesù parlò della fine di “questa generazione” e dell’avvento di cieli nuovi e terre nuove
Il mondo ebbe dunque un inizio, ma non corrisponde con il famoso Big Bang. Secondo gli scienziati il Big Bang avvenne circa 14 miliardi di anni fa. Ma nessuno può garantire che il Big Bang segnò l’inizio del mondo, poiché quella “Grande esplosione” suppone la preesistenza della materia che esplose.
La Genesi parla della creazione in 6 giorni; al settimo, Dio “si riposò”: espressione misteriosa, poiché Gesù disse: “Mio Padre opera ancora e anch’io opero”. Dio infatti crea le anime e mantiene in vita gli esseri.
Dunque, né l’inizio del tempo né il Big Bang coincide con la creazione di Adamo ed Eva. Secondo la scienza, l’Homo Sapiens risale ad appena 200 milioni di anni fa: un centimetro di fronte ai 14 miliardi del Big Bang. In questi 14 miliardi di anni potrebbero esserci state molte “generazioni” di esseri, fra cui la nostra, la generazione adamitica, cioè dei discendenti di Adamo ed Eva.
Nella pienezza dei tempi, cioè 2000 anni fa, il Figlio di Dio prese forma umana, ponendo tra parentesi la gloria che aveva prima della creazione del mondo. Il Padre gliela restituì al momento della risurrezione dai morti, e con quella stessa gloria Egli ritornerà alla fine di questo mondo.
Questa è una rivelazione importante per noi, che siamo chiamati a prendere parte a tale gloria, quando il Signore dirà agli eletti: “Venite, benedetti, nel regno del Padre mio, preparato per voi prima della creazione del mondo”.
Pensando a queste cose belle che ci attendono, Noi non dobbiamo lasciarci terrorizzare dagli eventi – in sé terrificanti – che accompagneranno la fine di questo mondo o di “questa generazione” adamitica. Gesù stesso ci invita a elevare le nostre menti, pensando alle cose belle che seguiranno.
Gesù ha paragonato quei momenti al parto, che comprende i momenti passeggeri del dolore e l’inizio di una immensa gioia per la nascita di un nuovo essere. E ha paragonato gli ultimi eventi al passaggio dall’inverno alla primavera e all’estate: durante i freddi inverni la natura elabora la materia perché si trasformi in fiori a primavera e in frutti saporosi in estate.
Dal punto di vista ascetico e morale, tutto ciò che abbiamo detto finora non deve interessare solo la nostra conoscenza, ma anche la nostra volontà, dalle cui scelte dipende il nostro futuro eterno, che sarà gioioso se crediamo alle parole di Gesù, che cioè Egli è il Figlio Dio e nostro salvatore, e se facciamo la sua volontà nel tempo in cui abbiamo la possibilità di scegliere il bene anziché il male.
La prima lettura chiama “saggi” coloro che scelgono il bene, e assicura che sono destinati a risplendere come le stelle del cielo.
Se ci spaventa la descrizione degli ultimi eventi, che sono brevi nel tempo, quanto più devono farci riflettere le tribolazioni molto più forti e soprattutto eterne che seguiranno a quegli eventi, se saremo trovati indegni della gloria del cielo?
Chi seglie il male durante la breve vita terrena, è destinato alla vergogna e all’infamia eterna, come disse già il profeta Daniele.
Preferiamo regnare con Cristo come sue spose, o essere umiliati a essere “sgabello dei suoi piedi” in quanto suoi nemici e ribelli?
Cosa si attende il Signore da noi? Nel vangelo di ieri Gesù chiedeva: “Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?”; e raccomandava di pregare sempre, senza stancarci mai.
Fiorenzo Mastroianni