In quel tempo 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Tutti crediamo di sapere che cosa è l’amore, ma se ci viene richiesto di darne una definizione o una descrizione, abbiamo qualche difficoltà. In realtà il concetto di amore è molto dissimile da persona a persona, e dipende dalla formazione di ciascuno. Una coppia di fidanzati, una madre, un amico, lo qualificano in genere come “sentimento” piacevole nel rapporto con la persona amata. Certamente è anche questo, benché tale sentimento non sempre è altruistico e quasi sempre è egoistico, perché implica la piacevolezza: ti amo perché mi piaci. L’amore di cui si parla nel vangelo di oggi è eminentemente altruistico, e si può tradurre con l’espressione “voler bene”. Notiamo che l’amore inteso come sentimento non sta mai col suo contrario, che è l’odio. L’amore inteso nel senso di “ti voglio bene” può stare insieme con l’odio (non approvato). Per esempio, se una madre incontra l’assassino di una sua figlia ventenne, possiamo immaginare quanta rabbia e forse odio sente verso di lui; e tuttavia la sua volontà può “volere il bene” dell’assassino, ad esempio la sua conversione a Dio. L’odio è un fatto istintivo, indotto dalla nostra animalità, e i sentimenti ce l’hanno anche le bestie. Il volere è proprio degli esseri intelligenti. Nel caso della madre che incontra l’assassino della giovane figlia, possiamo ritenere che Gesù non le chiederebbe di amare l’assassino col “sentimento” di amore, almeno inizialmente, ma vorrebbe che ella non desideri il suo male (a parte la pena da scontare per giustizia). In questo caso la madre fa un atto di amore verso l’assassino, benché non sia uguale al “sentimento” di amore che si prova per i figli o per il fidanzato. Lentamente, però, si può e si deve giungere ad amare anche l’assassino come figlio e fratello, secondo l’insegnamento evangelico: “amate i vostri nemici”, “fate del bene a chi vi fa del male”. Il Vangelo è esigente, ma Dio ha fiducia in noi e nell’eccellenza della nostra umanità, perché è diversa essenzialmente dalla animalità o bestialità, e vale molto più di molti passeri. Il Vangelo di questa domenica ci insegna che Gesù ritenne il precetto dell’amore di Dio e del prossimo come il più importante tra tutti i comandamenti; e che, secondo Gesù, il precetto dell’amore di Dio e del prossimo è praticamente uno: infatti non si può amare Dio senza amare il prossimo, né amare il prossimo senza amare Dio. Nel pensiero di Gesù l’amore è la risposta all’amore di Dio per noi, che per primo ci ha amati e redenti e ci mantiene in vita. Amare, dunque, Dio, e amare il prossimo. Anzitutto amare Dio: –CON TUTTO IL CUORE (levavkà): si ama Dio con tutto il cuore soltanto se lo si conosce; chi conosce la sua bellezza, grandezza, bontà, non può non amarlo con tutto il cuore. San Paolo dice che Dio gradisce tanto questo amore del cuore, che consiglia di non sposarsi perché chi si sposa pensa a compiacere il marito prima che a Dio. –CON TUTTA L’ANIMA(nefeschkà):l’anima ha tre potenze: intelligenza, memoria e volontà. Amare Dio con tutta l’anima significa amarlo con l’intelligenza conoscendolo, con la volontà dedicandosi a lui, e con la memoria ricordandoci di lui. –CON TUTTE LE FORZE (mehodekà): mehod significa forza, veemenza, impeto, slancio. In pratica, amare Dio significa:-conoscerlo attraverso la lettura del Vangelo e della natura da lui creata, stupendosi della sua bellezza e perfezione. Un bambino, ammirando il sole all’alba, si inginocchiò e disse: “Sole, quanto sei bello; quanto più bello deve essere colui
che ti ha fatto”. Conoscendo Dio come il Sommo Bene, Ogni Bene, Tutto il Bene, non si può non restarne affascinati, come san Francesco. Amare Dio col cuore significa con tenerezza, chiamandolo Papà e immaginando che Lui ci prende e ci innalza fino al suo volto, come ogni papà. 2) Amare il prossimo significa volere il bene degli altri, “fare” qualcosa, trattare gli altri quasi come Dio, non offendendo, rendendo omaggio, ringraziando, facendo qualcosa di piacevole per loro. Questa non è una novità del Vangelo, poiché già il Dio terribile dell’AT, ordinava quelle cose che abbiamo ascoltato dalla prima lettura: “Così dice il Signore …..” Pur essendo l’amore di Dio il primo comandamento, alla fine del mondo Gesù non ci chiederà se abbiamo amato Dio, ma se abbiamo amato il prossimo con i fatti e non con le parole. Quindi, praticare la carità, cioè il servizio. Questo ci manca, e se ci manca vuol dire che siamo solo egoisti, e che amiamo solo noi stessi. Servire significa aiutare la mamma a cucinare, a lavare i piatti, a servire a tavola; aiutare la mamma a fare il letto, a scopare la casa; aiutare il babbo ogni volta che ha bisogno di qualunque cosa; aiutare chiunque ha bisogno di qualunque cosa che è in nostro potere di fare.
P. Fiorenzo Mastroianni


