Vangelo

Rabbunì, che io veda di nuovo!

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,46-52

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Parola del Signore.

Dio creò il cielo e la terra, cioè l’universo quasi infinito, ricco di bellezze ed energie: dagli astri agli atomi, dalla luce alle tenebre, dai suoni agli sterminati silenzi.

Poi racchiuse in un microcosmo, che è l’uomo, tutta questa ricchezza, e in  più gli donò l’anima, con cui poter conoscere se stesso, Dio e il cosmo.

Gesù – che significa “Dio Salvatore” – venne dal cielo in terra per salvare tutto l’uomo, nell’anima e nel corpo, ed anche le singole parti del corpo: occhi, orecchie, mani, piedi, gambe.

Oggi Marco ci fa assistere alla guarigione di un cieco, che da bambino e da giovane aveva visto le bellezze del creato, ma poi – divenuto cieco – gli restò solo la nostalgia, e desiderava di “vedere di nuovo”.

Gesù poteva dirgli: “hai già visto abbastanza, contèntati”, e invece lo guarì, perché Gesù vuole la felicità degli uomini. Anzi, fu Gesù stesso a invitarlo a venire più vicino a lui e a chiedergli la grazia di “vedere di nuovo”: “Cosa vuoi che io faccia per te?”

Se gli apostoli allontanavano i fanciulli da Gesù perché non lo disturbassero, la gente che seguiva Gesù sulla strada verso Gerusalemme imponeva al cieco di non gridare per non disturbarlo.

Ma se Gesù non voleva essere disturbato, non sarebbe venuto tra noi.

Forse non era cattiva quella gente, e neanche era indifferente verso l’altrui dolore, ma voleva proteggere Gesù. Infatti, vedendo che Gesù era ben disposto verso colui che gridava, lo animarono dicendo:  “Coraggio! Alzati, ti chiama”.

Talvolta anche noi temiamo di disturbare il Signore con le nostre preghiere, e allora è Gesù che ci invita a pregarlo notte e giorno, senza stancarci mai. Come dice ripetutamente Papa Francesco: “Noi ci stanchiamo di chiedere perdono a Dio, ma Dio non si stanca mai di perdonarci!”

Il cieco va da Gesù dopo che Gesù è andato da lui, passandogli accanto!

Dobbiamo imparare a scorgere la vicinanza del Signore, anche se non lo vediamo con gli occhi della carne. Il cieco di Gerico lo vide con gli occhi interiori quando sentì la folla che “conteneva” Gesù, tra la quale era Gesù, quel Gesù che uscì da Gerico per lui, per guarirlo tra i tanti!

Ogni uomo può attivare il “terzo occhio”, quello della fede e della purezza interiore, che – come disse Gesù – fa vedere Dio.

Gesù guariva gli occhi, le orecchie, le mani, le gambe, perché il corpo dell’uomo è il capolavoro di Dio; e come ogni artista “restaura” le sue opere, così ama fare Dio con noi. Vuole solo che glielo chiediamo.

Può apparire strana la domanda di Gesù al cieco: “Cosa vuoi che io faccia per te?”. Non lo sapeva forse? Ma volle che il cieco esponesse il suo desiderio, che il cieco parlasse con lui e si affidasse a lui, come a colui che – solo – poteva “aver pietà” di lui.

Tuttavia, ogni volta che Gesù opera un miracolo fisico, ci invita ad andare oltre, perché tutto – malattie e guarigioni – sono per la gloria di Dio. Questo è un aspetto della teologia difficile da capire, e può persino farci rabbia: devo soffrire “per la gloria di Dio”?

In realtà, se Gesù non avesse operato i miracoli, e se egli stesso non avesse accettato di soffrire e morire, per poi risorgere, non avrebbe mostrato e dimostrato che lui era Dio, padrone della vita e padre degli uomini. “Se non credete alle mie parole, credete almeno alle mie opere”, disse Gesù.

Inoltre, ogni miracolo dimostrava qualche aspetto della personalità di Gesù che disse: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Guarendo uno storpio, dimostrava di essere la Via; guarendo un cieco, dimostrava di essere la Verità e la Luce degli uomini; risuscitando Lazzaro dimostrò a Marta e agli astanti che lui era la Risurrezione e la Vita.

I miracoli di Gesù non producevano la fede. Era la fede che produceva i miracoli. Tuttavia i miracoli di Gesù possono e devono stimolare le nostre riflessioni su Gesù, il quale può fare per noi tutto ciò che fece per gli altri nel vangelo; e ci invita a seguirlo!

Il cieco di Gerico, una volta guarito, prese a seguire Gesù, e questa fu la sua vera guarigione, la sua vera salvezza!

Luca, raccontando lo stesso episodio, conclude dicendo: “E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio” (Lc 18,43). Cioè si aprirono gli occhi anche del popolo.

Fiorenzo Mastroianni

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