1 Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: 2 «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. 3 Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. 4 Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. 5 Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6 altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7 Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8 Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; 9 andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. 10 Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. 11 Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l’abito nuziale, 12 gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz’abito nuziale? Ed egli ammutolì. 13 Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. 14 Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Regno di Dio è tutto ciò che riguarda Dio e i suoi rapporti col mondo degli uomini. Nella gestione del suo regno, Dio ci ricorda che i suoi pensieri non sono i nostri pensieri. Ma se, leggendo il vangelo, ci troviamo alcune cose strane, è perché i rapporti degli uomini con Dio sono spesso obiettivamente strani. Le parabole di Gesù non sono favole raccontate ai bambini, ma sono pagine di un romanzo storico, a volte drammatico. Nella parabola odierna, appare strano che tutti gli invitati a nozze da un Re, non solo non si presentano, ma uccidono i messi innocenti. E appare strano che un Re faccia legare mani e piedi di un povero disgraziato e lo faccia gettare dalla finestra solo perché non ha il vestito appropriato!  Sembra la descrizione di un mondo arretrato di millenni, mentre è la storia eterna del passato, presente e futuro dell’umanità! Vediamo se è vero. Dio amò ed ama talmente gli uomini, che fin dall’antichità preannunciò che voleva rinsaldare questo amore con un vero patto sponsale. Giovanni Battista chiama Gesù “lo Sposo”, e nel vangelo di Marco 2,19 Gesù conferma che Lui è lo Sposo, e i suoi discepoli e seguaci sono gli “invitate alle nozze”. Riteniamo importante sottolineare la differenza tra invitare “a nozze” – cioè alla festa – e “alle nozze”, cioè al matrimonio, al patto nuziale. In greco leggiamo a invitare “alle nozze” (eis tous gàmus). Nella parabola di oggi si parla di “invitati alle nozze”: invitati non per festeggiare ma per unirsi allo Sposo. Nelle parabole evangeliche in cui Gesù parla dello sposo non nomina mai la sposa, perché Lui non ha una sposa particolare, ma tutta l’umanità è sua sposa. L’incarnazione del Verbo non è altro che questo: il matrimonio tra Dio e la “sarx”, cioè con l’umanità intera, non soltanto con il “soma”, cioè con il corpo fisico di Gesù. Simbolo di questa Umanità-Sposa è Maria, che Gesù chiama Donna. Anche nella parabola delle vergini non si parla della sposa, perché erano esse stesse “la sposa”; ma non essendo pronte, la porta fu chiusa “a mezzanotte” ed esse restarono escluse dall’unione con lo Sposo. Nella parabola di oggi Gesù allude ai molteplici “richiami” – come fanno gli uccelli – fatti da Dio al suo Popolo dell’Antico Patto ad accettare questa proposta di matrimonio, ma i convocati non solo opposero un rifiuto ma uccisero persino i messi, cioè i profeti. E’ strano quanto si vuole, ma corrisponde alla storia d’Israele dell’Antico Testamento e, come vedremo, anche alla storia di tanti uomini di oggi che continuano a rigettare l’unione col Cristo. E’ storia, che Gesù trasforma in un micro romanzo o parabola, che si legge oggi in tutte le chiese del mondo. In tutto ciò non è strano Dio, che anzi mostra tutto il suo affetto verso l’umanità, a cominciare dal Popolo eletto, ma è strano il rifiuto di tutto un popolo, che ancora oggi continua a rigettare la proposta di amore dello Sposo. Ma Gesù, nella parabola odierna, preannuncia lo sterminio di chi lo rigetta. La proposta di amore dello Sposo Gesù, dopo il rifiuto del Popolo eletto, fu rivolta a tutti gli altri popoli, che duemila anni fa erano pagani, e perciò vengono descritti da Luca come “poveri e storpi e ciechi e zoppi” (Lc 14, 21). La stranezza del poveraccio colto dal Re senza la veste nuziale – e perciò gettato dalla finestra – finisce di essere una stranezza se pensiamo che la veste nuziale non si pagava, e bastava indossarla per partecipare alle nozze. Gesù parla di uno solo, trovato senza la veste nuziale, forse per richiamare la nostra attenzione sul malcapitato provocatore. Ma quell’uomo rappresenta milioni e milioni di altri uomini, che in duemila anni di storia del cristianesimo sono persino entrati nella “Ekklesìa” attraverso il battesimo, ma vissero una vita senza la grazia di Dio, rappresentata dalla veste nuziale. La grazia di Dio non costa nulla, viene offerta a tutti gratuitamente da Dio, ma molti fingono di non saperlo, e meritano di essere privati dell’uso delle mani e dei piedi e gettati fuori della Chiesa di Dio. Questo avverrà però solo alla fine dei tempi! Facciamo attenzione a non interpretare alla maniera protestante la “veste nuziale”, come qualcosa che serve solo a coprire i peccati; infatti, la grazia distrugge i peccati e Dio “li dimentica”. Lo sterminio degli ex amici del Re e la condanna dell’uomo senza veste nuziale non esaurisce il senso della liturgia di oggi. In realtà la festa per il Figlio del Re non fu né abolita né rovinata da questi episodi, come si allude nella prima lettura. La festa del matrimonio del Verbo con l’umanità, iniziata duemila anni fa, continua nella storia fino all’ultimo battezzato, e il Padre – “il Signore degli eserciti” – lo celebra ogni giorno con un “banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati”. Egli è il Salvatore!
P. Fiorenzo Mastroianni
  • uomini, che in duemila anni di storia del cristianesimo sono persino entrati nella “Ekklesìa”
    attraverso il battesimo, ma vissero una vita senza la grazia di Dio, rappresentata dalla veste
    nuziale. La grazia di Dio non costa nulla, viene offerta a tutti gratuitamente da Dio, ma molti
    fingono di non saperlo, e meritano di essere privati dell’uso delle mani e dei piedi e gettati
    fuori della Chiesa di Dio. Questo avverrà però solo alla fine dei tempi!
    Facciamo attenzione a non interpretare alla maniera protestante la “veste nuziale”,
    come qualcosa che serve solo a coprire i peccati; infatti, la grazia distrugge i peccati e Dio “li
    dimentica”.
    Lo sterminio degli ex amici del Re e la condanna dell’uomo senza veste nuziale non
    esaurisce il senso della liturgia di oggi. In realtà la festa per il Figlio del Re non fu né abolita
    né rovinata da questi episodi, come si allude nella prima lettura.
    La festa del matrimonio del Verbo con l’umanità, iniziata duemila anni fa, continua
    nella storia fino all’ultimo battezzato, e il Padre – “il Signore degli eserciti” – lo celebra ogni
    giorno con un “banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti,
    di vini raffinati”.
    Egli è il Salvatore!
    P. Fiorenzo Mastroiann

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