In quel tempo 5gli apostoli dissero al Signore: 6«Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: «Sràdicati e vai a piantarti nel mare», ed esso vi obbedirebbe. 7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: «Vieni subito e mettiti a tavola»? 8Non gli dirà piuttosto: «Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu»? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare»»

LETTERA (Luca 17,5-10): Gesù chiamò 12 uomini “perché stessero con lui”, per prepararli a continuare la sua opera nel mondo: “Ne costituì dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare” (Mc 314s). Per questo, Gesù stesso li chiamò “apostoli”, cioè inviati. I Dodici – perciò – lasciarono la famiglia e l’attività professionale, per seguire il Maestro dovunque andava, ascoltando i suoi insegnamenti e assistendo ai suoi molteplici miracoli. Tutti pensiamo che essi avevano un amore e una fede incondizionata verso Gesù. Ma non è così, specie quanto alla fede. Sappiamo dall’atteggiamento di Tommaso e dei discepoli di Emmaus quanto fossero “tardi di cuore nel credere alle Scritture” (o anòetoi kai bradèis tè kardìa, Lc 24,25); sappiamo come Gesù rimproverò il capo, Pietro, per la sua “poca fede” (oligòpiste, Mt 14,31), ed elogiò la “grande fede” (o gùnai, megàle sou ‘e pìstis, Mt 15,28) di una donna cananea, cioè pagana, dicendo di non averne trovata tanta in tutto il popolo di Israele!… Oggi l’evangelista Luca – che era un pagano convertito a Cristo – ci riporta la preghiera di tutti gli apostoli: “Signore, aumenta la nostra fede” (pròsthes emìn pìstin). Dalla risposta di Gesù si potrebbe concludere che quei poveri pescatori non avevano neanche tanta fede quanto un granellino di senapa; dice infatti Gesù: “Se voi aveste tanta fede quanto un granellino di senapa (òs kòkkonsinàpeos), potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe”. Poi Luca, apparentemente, continua il suo vangelo senza legame col discorso sulla fede. Infatti, narra come Gesù raccomandò agli apostoli di ritenersi “servi inutili”, senza alcuna pretesa verso Dio, dopo di aver fatto “tutto quello che vi è stato ordinato”. Ma da San Giovanni sappiamo che tutto ciò che l’uomo deve fare è credere: “Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato” (toùto estin tò èrgon tou Theoù, ìna pistèuete èis òn apèsteilen ekèinos, Gv 6,29). Purtroppo, ancora dopo la sua risurrezione, Gesù, apparendo agli Undici, li rimproverò per la incredulità (apistìan) e la loro durezza di cuore (sklerokardìan, Mc 16,14).

ALLEGORIA: il brano evangelico di oggi non contiene altra allegoria che quella dell’albero di gelso (Mc 11,23 parla di montagna), che rappresenta tutta la natura materiale, su cui l’uomo di fede può dominare. Ma simboleggia anche il Cristo, albero della vita (“io sono la vite, voi i tralci”), significando che la fede vera ha potere anche su Dio, unico autore di tutti i prodigi.

MORALE: l’insegnamento morale è evidente: benché la fede da sola non basti per salvarsi, ma si richiedono le opere, senza la fede non è possibile piacere a Dio. Noi viviamo nel terzo millennio dopo la venuta di Cristo in terra. Conosciamo dal Nuovo Testamento tutte le credenziali presentate da Gesù perché gli apostoli e tutti noi credessimo in Lui, in modo speciale la sua risurrezione. Ma Gesù continua a fornire conferme di tali credenziali attraverso i suoi santi, i miracoli, le apparizioni. Gesù chiese un giorno: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8). Quali le credenziali di chi non crede?

ANAGOGIA: anagogia significa guardare in alto, guardare avanti, al futuro. Ricordiamo la promessa di Gesù: “chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11,26).

P. Fiorenzo Mastroianni, OFM Cappuccino

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