• In quel tempo Gesù 1 diceva una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: «Fammi giustizia contro il mio avversario». 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: «Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi»». 6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»
    Con questa espressione, probabilmente, Gesù non intese chiedersi se alla fine del mondo, al suo ritorno come giudice, troverà “ancora” la fede sulla terra, ma se troverà “la fede vera”. La vera fede non è quella vissuta fino allora dagli ebrei, ma è quella istituita da lui venendo la prima volta sulla terra duemila anni fa, che è perciò propria dei cristiani. Gesù, infatti, nella lettera agli Ebrei 12,2, è detto “autore della fede”; e Paolo – l’ebreo osservantissimo della Legge – affermò di aver perseguitato i cristiani a causa della sua “mancanza di fede” (apistìa, 1Tim 1,12), cioè appunto, di fede cristiana. La domanda di Gesù equivale a quest’altra: “il Figlio dell’uomo, riuscirà mai a far capire agli uomini – per tutto il tempo della storia – che Dio è l’unico buono?”. Questa è la vera fede e non un’altra. Noi che viviamo 2000 anni dopo, lo abbiamo capito? Se Dio è davvero buono ed è l’unico buono, vuole il nostro vero bene, anche quando a noi sembra il contrario, ed anche quando sembra che Dio non ci ascolti. Noi, invece, riteniamo di essere ascoltati solo se otteniamo ciò che gli abbiamo chiesto. Così facendo, dimostriamo che noi non crediamo nel Dio insegnatoci da Gesù – cioè Dio davvero unico buono – ma crediamo in un Dio che non esiste, perché diverso da quello insegnatoci da Gesù. Crediamo in un idolo.
    Gesù continuò ad aver fiducia nel Padre anche quando il Padre lo mandò alla croce: “non berrò il calice che il Padre mi ha preparato” (Gv 8,11); e mentre moriva in croce disse: “Padre, nelle
    tue mani affido il mio spirito” (Lc 23,46). Gesù intende dire: convincetevi che Dio è davvero buono, e adoratelo senza stancarvi mai, come fanno gli angeli in cielo, senza stare sempre a chiedere qualcosa per voi, perché Dio sa ciò di cui avete bisogno.
    Delle varie forme di preghiera, sembra che noi noi conosciamo solo quella di domanda, mentre le più importanti sono quella di lode e quella di ringraziamento per tutto ciò che Dio già ci ha dato e ci dà continuamente, come la vita, il sole, l’acqua, il pane, ma soprattutto ringraziarlo e lodarlo “per la sua gloria immensa”, di cui ci rende partecipi. A noi questo discorso piace poco, perché siamo egoisti e materialisti, e vorremmo che la vita terrena fosse già un paradiso. Nostro unico criterio per confermare la nostra fede in Dio è se ci concede ciò che gli chiediamo. Giobbe invece insegnò che – finché siamo in terra – dobbiamo accogliere dalle mani di Dio sia ciò che piace sia ciò che non piace. Paolo apostolo, quando acquisì la “vera fede”, interpretò le sue sofferenze come “ciò che manca alla passione di Cristo”. E Gesù disse: “Chi vuole seguirmi, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua” (Lc 9,22). Nella seconda lettura della liturgia di oggi, Paolo raccomanda a Timoteo di restar saldo negli insegnamenti ricevuti da lui, a cominciare dalla fede, non genericamente in Dio, ma in Cristo crocifisso e risorto; e di insistere nell’insegnarlo agli altri, affinché si diffonda non una fede astratta ma la fede instaurata da Gesù, cioè nel Dio unico buono, Padre tenerissimo, che vuole il nostro vero bene, anche se passa attraverso la croce. Il Salmo responsoriale ribadisce ed esorta:
    “Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?
    Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra.
    Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterò il tuo custode.
    Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele.
    Il Signore è il tuo custode. Il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra.
    Di giorno non ti colpirà il sole né la luna di notte.
    Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita.
    Il Signore ti custodirà quando esci e quando entro, da ora e per sempre”
  • P. Fiorenzo Mastroianni, Cappuccino

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