In quel tempo 21Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. 22Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». 23Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». 24Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 26Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? 27Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
Gesù conosceva tutti i particolari degli ultimi suoi giorni sulla terra, a cominciare dal luogo esatto della Palestina – Gerusalemme – dove avrebbe dovuto “soffrire molto” da parte degli “anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi”, i quali lo avrebbero “ucciso”, ma egli sarebbe risorto “il terzo giorno”. Altre volte diceva: “lo consegneranno nelle mani dei pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno” (M 10, 34).
Particolari molto precisi, dunque!
Gesù sapeva tutto già all’inizio del triennio di predicazione, quando – accennando al suo corpo – tempio di Dio – sfidò gli ebrei dicendo: “distruggete questo tempio e io lo riedificherò dopo tre giorni”.
In realtà Gesù parlava spesso della sua morte e risurrezione, senza che gli apostoli comprendessero il senso delle sue parole, come rileva Marco: “essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo” (Mc, 9, 32). E quando capirono e videro Gesù quasi correre davanti a loro verso Gerusalemme, essi lo seguiranno “sgomenti” e “impauriti” (Mc 1032).
Quando capirono che Gesù diceva sul serio, e che tutto sarebbe successo presto, si rifiutarono di accettare una sorte così tragica per un giovane meraviglioso come Gesù, che aveva appena 30-40 anni di vita, affascinava coi suoi discorsi e operava ogni sorta di bene.
E’ comprensibile, allora, la reazione di Pietro, il quale disse a Gesù: “Dio non voglia, questo non ti accadrà mai”.
E’ significativo che Pietro disse queste parole dopo di averlo chiamato in disparte e con tono di rimprovero: “Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo”. Forse pensò per un attimo ciò che pensavano anche altri: che Gesù fosse un po’ pazzo, o che soffrisse di mania di persecuzione!
In realtà disse a Gesù ciò che gli avrebbe detto qualunque altra persona che gli voleva bene.
Per capire la risposta di Gesù bisogna vedere il mondo come lo vedeva lui: Gesù ritenne la sua morte assolutamente necessaria per la salvezza dell’umanità. Disse infatti a Pietro: “Va’ dietro a me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Gv, 16…..). Pensare secondo Dio e secondo Gesù.
Ricordiamo che il solo pensiero della morte fece sudar sangue a Gesù, che amava la vita più di ogni altro al mondo, e aveva una sensibilità inimmaginabile verso il dolore e verso la gioia! Tuttavia ritenne necessario accettare la morte per la salvezza degli uomini,
Interessante la parola “scandalo”, che equivale a “tentazione”, come quella di trasformare le pietre in pane per sfamarsi, dopo 40 giorni di digiuno! Senza volerlo, Pietro tentò di distogliere Gesù dalla sua accettazione della morte per la salvezza dell’umanità.
Insomma, Gesù non morì per nessun altro motivo che quello di rendere gloria al Padre, offeso dai peccati degli uomini! Era necessario morire, ma ne avrebbe fatto volentieri a meno, se è vero che chiese al Padre di allontanare “questo calice” dalla sua persona! Ma non fu possibile!
La conclusione del brano evangelico di oggi, aggiunge un particolare molto importante, relativo a noi uomini. Anche noi, come Gesù, siamo allergici al dolore e alla morte, perché siamo stati creati per la vita e per la gioia. Ma Gesù fu molto chiaro: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”.
Perdere la vita, ritrovare la vita. Ritrovare la vita significa rendersi partecipi della gloria del Cristo risorto: “Il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni”.
Come fece per se stesso, Gesù predisse anche i modi in cui non pochi suoi discepoli avrebbero versato il sangue per lui: “Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi…Attenti agli uomini, perché vi porteranno nei tribunali e nelle sinagoghe e vi flagelleranno, e sarete condotti davanti ai capi e ai re… Il fratello darà a morte il proprio fratello, e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire” (Mt 20, 9).
P. Fiorenzo Mastroianni