In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».


Come ogni artista, anche l’artista divino, dopo aver creato l’universo, lo guardò e se ne compiacque perché era tutto buono, anzi bello, kòsmos: e il bello è lo splendore o il massimo del bene. La Bibbia sottolinea che Dio contemplava la sua opera man mano che la creava: creò la luce e vide che era cosa buona; creò la terra e il mare, e vide che era cosa buona; creò gli alberi coi loro semi e vide che era cosa buona; creò il sole e la luna e vide che era cosa buona; creò gli uccelli e i mostri marini e vide che era cosa buona; creò le bestie secondo la loro specie, e vide che era cosa buona; alla fine creò l’uomo e vide che era “cosa molto buona”. L’autore biblico intese sottolineare che in nessuna parte del creato c’era il male! Anche l’uomo era “cosa molto buona”, e pertanto non corrispondeva alla zizzania. La zizzania non è l’uomo ma il male! Ma poiché il male non esiste in sé ma sempre e solo nell’uomo, è facile confondere l’uomo infetto con quello sano, o per lo meno con l’uomo sanabile. Ed è facile convincersi che il male sia insanabile, al contrario di quanto insegna il Cristo. Quando poi Gesù dice che Dio seminò buon seme nel suo campo, non intende riferirsi solo al grano con cui si fa il pane, ma intende riferirsi a tutte le meraviglie dell’universo, che allietano gli occhi e il cuore degli uomini, unici capaci di conoscere il bello e il bene del mondo. Allo stesso modo, quando parla della zizzania Gesù intende riferirsi a ogni forma di male presente nel mondo, e lo attribuisce immediatamente a satana, nemico di Dio. In sintesi, Gesù afferma che tutto il bene che sta nel mondo è opera di Dio, padrone del mondo, e tutto il male è opera del diavolo, perché è nemico di Dio e del bene. Chiediamoci perché i servi – nel racconto della parabola – non si meravigliarono della presenza del grano nel campo ma della presenza della zizzania; e perché noi non ci meravigliamo del bene che c’è nel mondo, ma del male. Il motivo è questo: che il bene corrisponde alla ragione, alla logica divina e umana, il male è una stortura irrazionale. Apparentemente sarebbe razionale anche estirpare subito il male, la zizzania, in modo da far regnare solo il bene nel mondo. Così la pensiamo noi uomini ed anche Dio, il quale rimanda tale estirpazione al momento che lui giudica più opportuno, cioè alla fine del mondo. Questo è l’unico motivo per cui vediamo convivere il bene e il male sulla terra, con sommo disgusto di Dio e degli uomini buoni. Certamente non possiamo insegnare a Dio che sarebbe meglio estirpare il male oggi, anziché domani. Quanti santi erano zizzania, che Dio non estirpò, in attesa del loro cambiamento!…. E tu stesso, saresti contento se Dio ti avesse mandato nell’inferno quando commettesti quel peccato grave e divenisti zizzania? Lasciamo fare a Dio, che sa far bene il suo mestiere! Ma è lecito farci la domanda: Dio vietò agli angeli di estirpare la zizzania subito, e tuttavia mandò poi suo figlio col preciso scopo di “togliere il peccato dal mondo”, cioè appunto la zizzania. Non è una contraddizione? No, perché la zizzania non sono gli uomini cattivi, ma è il peccato di cui si sono infettati. Il male è come “il lievito dei farisei”, che contagia come la peste. Gesù non è venuto per distruggere gli uomini ma il virus che li ha contagiati. Gli apostoli si mostrarono curiosi di conoscere il significato soltanto della parabola della zizzania e ne chiesero la spiegazione a Gesù; ma non meno bello è il significato delle altre due parabole; il loro significato è lo stesso del grano e della zizzania. Infatti, le altre due parabole insegnano che non sarà la zizzania o il male a diffondersi nel mondo, ma il bene, e indicano la tattica usata dal Salvatore per rinnovare il mondo. Gesù paragona l’opera della salvezza a un piccolo seme che silenziosamente è gettato in terra e silenziosamente cresce, diventando casa di accoglienza di tutti gli uccelli; e lo paragona al lievito che la donna depone nella pasta per farla diventare mangiabile e gustosa. Le tre brevi parabole di oggi spiegano perché Gesù fondò la sua Chiesa: per distruggere le opere di satana, che è la zizzania, per accogliere i buoni tra le braccia di Cristo come i rami accolgono gli uccelli, e per sanare le malattie dei poveri uomini col tocco del buon lievito del vangelo. Il Cardinale Francescano san Bonaventura spiegò che la bellezza della Chiesa sta in questo: che sorse silenziosamente con un uomo nato in un villaggio sconosciuto della Giudea, crebbe con dodici poveri pescatori e peccatori e poi si espanse nei grandi e santi Dottori e Teologi. In conclusione, sono tre le domande che deve farsi ogni uomo che legga il brano evangelico di oggi: 1) io sono grano buono o zizzania cattiva? 2) qualunque sostanza io sia, mi giovo della comunità cristiana che ha esteso i suoi rami fino ai luoghi più lontani della terra? 3) qualunque sostanza io sia, mi lascio contagiare dal lievito buono del vangelo, affinché la mia esistenza abbia un valore davanti a Dio?

P. Fiorenzo Mastroianni

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