-
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Parola del Signore.
LETTERA (Luca 12,32-48): la liturgia, in modo speciale il brano evangelico, riprende il discorso della domenica diciottesima, dicendo: “Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma”. Se ciò poteva apparire esagerato, Gesù induce a riflettere aggiungendo: “dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”. Gesù avverte anzi di non rimandare la nostra conversione dalle creature al Creatore, perché a Lui dovremo rendere conto nel momento che solo Lui conosce. Nel giudizio, Dio pretenderà maggiori frutti da chi ha ricevuto di più. Dunque, non comportarsi sulla terra pensando che il Giudice tarderà a venire, e operando il male contro i fratelli, dandosi alla pazza gioia, “a mangiare, a bere e ubriacarsi”.ALLEGORIA: le allegorie sono necessarie per esprimere in termini umani un mondo spirituale di cui non abbiamo esperienza. Il brano evangelico di oggi ne contiene non poche: a) il procurarsi borse che non invecchiano e un tesoro inesauribile nei cieli sono allegorie del bene da farsi sulla terra, il cui premio durerà in eterno; b) dov’è il tesoro lì è il tuo cuore, si intende in senso spirituale; c) tenersi pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne accese, significano rispettivamente la penitenza (la cintura) e la fede e le opere buone (le lucerne accese) ; d) tenersi svegli in attesa del padrone che viene, cioè del Signore Dio; e) il far sedere a tavola i servi fedeli e il cingersi le vesti da parte del padrone che si pone a servirli, è un modo di dire per significare che in cielo godremo al massimo, e Dio si comporterà con noi come vero padre amoroso.MORALE: se volessimo riassumere in due frasi l’insegnamento del brano evangelico odierno, dal punto di vista morale, cioè del dover essere, ricorreremmo alle parole di Gesù: “beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. E’ un obbligo che ingloba sia il dovere di vendere letteralmente tutto da parte di chi vuol seguire “più da vicino” Gesù, come i Religiosi (povertà effettiva e affettiva), sia l’obbligo di alienare spiritualmente tutto da parte di chi ha famiglia e doveri in società (povertà affettiva).ANAGOGIA: l’insegnamento del vangelo odierno è incomprensibile per chi non crede in Dio, nella sopravvivenza, nel premio e nel castigo eterni. Per tutti questi, vale il discorso opposto del carpe diem, poiché “del doman non c’è certezza”. Chi riesce a vendere i propri beni per darli ai poveri, come fanno tutti i Religiosi col voto di povertà, e chi si distacca affettivamente dai beni terreni, dimostra di avere una grande fede e un grande amore verso Dio. Perciò merita un premio straordinario in cielo. Vari filosofi hanno intuito la positività della rinunzia ai beni terreni, così come quasi tutti i fondatori di grandi religioni, i quali hanno anche immaginato una ricompensa eterna. Ma solo Gesù, che è Figlio di Dio disceso dal cielo, che è la Verità che non inganna, ha potuto garantirci in modo assoluto e indiscutibile tale ricompensa. -
P. Fiorenzo Mastroianni, OFM Cappuccino