In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Gli uomini si sono sempre chiesto “Man hù”, cos’è ciò che lo circonda, cioè il mondo, e come mai l’uomo e il mondo esistono. Tra tutti gli esseri creati, solo gli angeli e gli uomini possiedono l’intelligenza, con la quale possono conoscere le cose e Dio. Il numero delle conoscenze resta limitato: gli scienziati confessano che, dopo migliaia di anni di indagini, oggi conoscono solo il 5% dell’universo; i teologi sanno che per conoscere Dio non basterà un’eternità. Dio può essere conosciuto attraverso la ragione, in base ad alcuni principi indiscutibili, come questo: ogni effetto ha la sua causa; se esiste il mondo, deve esistere qualcuno che l’ha creato; l’ordine suppone un ordinatore. La ragione può ammettere l’esistenza di Dio e dirne alcune qualità: egli è il motore di tutto, è il principio dell’ordine universale, egli è il sommo bene ecc. Quattromila anni fa, Dio stesso venne incontro all’uomo: si rivelò ad Abramo, e corresse molti errori in cui erano cadute le tribù idolatre: gli rivelò la sua unicità, onnipotenza e santità. Poi continuò a rivelarsi attraverso i profeti. Duemila anni fa venne un uomo di nome Gesù, che rivelò di essere il Figlio unigenito di Dio, di cui descrisse vari altri aspetti, come la sua natura: Amore. Ma poiché l’umanità non era capace di conoscere tutta la verità di Dio, promise la venuta dello Spirito Santo, che avrebbe introdotto l’umanità alla Verità tutta intera. Forse anche per questo, un monaco visionario del XIII secolo, Gioacchino da Fiore, distinse tre età o epoche storiche con caratteristiche ben definite per quanto riguarda l’autorivelazione di Dio: a) L’ETÀ DEL PADRE, corrispondente all’Antico Testamento, allorché Dio si rivelò attraverso i grandi Re e profeti, come Davide, Isaia ecc., e manifestò la sua onnipotenza con fatti prodigiosi come la distruzione di intere città, le piaghe d’Egitto ecc. b) L’ETÀ DEL FIGLIO, quando Dio “si compiacque” di manifestarsi non più ai grandi ma ai piccoli, a cominciare da Gesù, il perfetto conoscitore del Padre perché si fece uomo “mite e umile di cuore”, e invitò tutti a imitarlo, in modo da poter conoscere Dio che si manifesta agli umili, ed è “ristoro” per la vita dell’uomo. Il Figlio di Dio si fece conoscere anche come unico salvatore dell’umanità, senza del quale l’uomo non può far nulla. Ma neanche Gesù può fare nulla se ciascun uomo non aderisce a lui attraverso la fede e attraverso l’accettazione del suo “giogo”, cioè delle sue leggi, racchiuse essenzialmente nei 10 comandamenti e nelle beatitudini. c) L’ETÀ DELLO SPIRITO SANTO, che secondo il monaco medievale iniziò al tempo di san Francesco, ma secondo noi essa inizia ora, perché finora non sembra che lo Spirito abbia rivelato cose di cui non erano capaci i contemporanei di Cristo o noi stessi, che viviamo duemila anni dopo Cristo, quattromila dopo Abramo. Dunque, noi conosciamo Dio attraverso la rivelazione effettuata da Gesù e l’illuminazione dello Spirito, che iniziò a operare già a Pentecoste dell’era cristiana. Il libro delle rivelazioni di Dio è la Bibbia. I principali insegnamenti sono questi: Dio è uno; Dio creò il cielo e la terra; il Figlio giudicherà i vivi e i morti. Tornando a riflettere sul passaggio dall’età del Padre a quella del Figlio, è bene notare come Gesù chiama Dio creatore, e quindi “Signore del cielo e della terra”, anche se l’evangelista Giovanni afferma che Dio creò il cielo e la terra attraverso il figlio: “Tutto avvenne per mezzo di lui, e senza di lui niente fu fatto di tutto ciò che esiste”. Gesù disse al Padre: gli uomini “erano tuoi e li hai dati a me”; e aggiunse: “E’ stato dato a me ogni potere in cielo e in terra”. Quando infatti fu innalzato sulla croce, Gesù attirò tutti a sé. Oggi l’evangelista Matteo fa dire a Gesù: “Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”. Ciò significa che il Figlio continua a formare l’uomo attraverso la conoscenza di Dio. Non lo rivela però a tutti gli uomini, ma solo a coloro ai quali egli vorrà rivelarlo. In pratica, egli rivela il Padre soltanto ai piccoli, e resta nascosto ai presuntuosi. Cominciò con dodici pescatori, coi monaci del deserto, coi Santi Padri dei primi secoli: santi perché umili, come Ignazio, Policarpo, Giustino… I piccoli erano quelli che andavano a Gesù e credevano in lui, nei suoi insegnamenti, nei suoi poteri taumaturgici, e si affidavano a lui, mostrandosi capaci di restare digiuni per molte ore per seguire lui. Poi c’erano quei pochi scribi e farisei che andavano a lui non per credere ma per obiettare. Dobbiamo anche noi lodare Dio perché è l’unico buono, che sa dare le cose buone ai suoi figli. “Non temere, piccolo gregge, perché il Padre si è compiaciuto di dare a voi il regno”. Piccolo gregge, piccoli passeri…! Siamo nulla, e neppure comprendiamo il valore del dono del regno. Gesù ci ha rivelato che il mondo non è Dio, ma è stato creato, redento e santificato da Dio Uno e Trino, il quale è il “Signore del cielo e della terra”, perché continua a governare il mondo fisico, animale e umano, guidandone la sapiente evoluzione. Il brano evangelico presenta vari punti di CONTRASTO su cui riflettere. IL PRIMO CONTRASTO è tra il massimo che è Dio e il minimo che sono gli uomini: il contrasto consiste nel fatto che – come disse Gesù – Dio è il Signore del cielo e della terra, eternamente felice, mentre noi uomini siamo un “piccolo gregge”. Anche il verbo usato da Gesù evidenzia tale contrasto: ex-omologhèomai, che si deve tradurre: io “esalto” te, il Grande che se la fa coi piccoli. ALTRO CONTRASTO è tra Dio Sommo Bene e noi uomini “stanchi e oppressi”. Chi di noi non sente il peso della vita, l’oppressione da parte degli altri, che quotidianamente ci schiacciano? Solo Dio può sollevarci. Contrasto non significa opposizione o incompatibilità, ma – al contrario – significa richiamo vicendevole, armonia e integrazione tra l’ottimo-massimo e il piccolo gregge, sul quale Dio non disdegna di chinarsi, anzi di amarlo e servirlo. Il Creatore, che si compiacque di creare gli atomi invisibili per formare gli astri innumerabili, volle riempire il paradiso di piccoli fiori, quali siamo noi, piccoli uomini. Questa rivelazione è una novità, rispetto a tutte le religioni non cristiane. Gli dèi delle religioni non cristiane erano anzitutto inesistenti, e poi erano immaginati cattivi e viziosi. Il Dio dei cristiani è “colui che c’è”, ed è l’unico buono. Gesù sentì il bisogno di ringraziare il Padre-Dio, che ama rivelarsi ai piccoli e ai semplici, sempre però attraverso di lui. Prima di lui, anche gli ebrei avevano conosciuto parzialmente Dio, meglio dei pagani ma non ancora come i seguaci di Cristo. Per i cristiani Dio è Padre, anzi Papà, che fa sorgere il sole e procura la pioggia, che conferisce la bellezza ai gigli e nutre gli uccelli del cielo. Per i cristiani il Padre fu tanto affascinato dalla bellezza del cosmo da donare il suo figlio unigenito, il quale morì per noi e si è reso nostro servo. Infatti, il figlio di Dio, al quale il Padre diede ogni potere in cielo e in terra, ci grida oggi: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io darò ristoro alle vostre anime”. Cosa vuole dire “venite a me”? Significa almeno due cose: amarlo al di sopra del padre e della madre, del figlio e della figlia, e accettare le sue leggi, che non sono oppressive ma salutari. Meno male che il nostro Dio è buono, generoso, misericordioso! Chiunque abbia studiato un po’ di mitologia, sa come erano concepiti gli dei pagani: crudeli, viziosi, sanguinari… Il Dio dei cristiani è l’unico buono, e il Figlio gli è uguale, perché è mite e umile di cuore. E vuole che anche noi siamo così, perché ci invita a imparare da lui. Non è facile rinunziare a noi stessi e accettare quei comandamenti di Dio che sono la verità su Dio e su noi. Anche Gesù considera ciò un peso e un giogo; ma precisa che – se lo accettiamo- diventa automaticamente leggero e anzi soave. Allora, proviamo! Quando ci sentiamo circondati da bufali e ci sentiamo oppressi, rivolgiamoci a Gesù. Non prendiamo il telefono per mormorare, non andiamo di casa in casa per lamentarci, ma raccogliamoci in preghiera a casa nostra o portiamoci in chiesa, davanti a Gesù sacramentato, e esperimentiamo quanto sia vero ciò che Gesù ci ha detto e promesso.