In quel tempo 31Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Littera gesta docet: la lettera insegna i fatti. Quid credas allegoria: l’allegoria cosa credere.
Moralis quid agas: la morale cosa fare. Quo tendas anagogia: l’anagogia indica la meta.
LETTERA: Giuda esce dal cenacolo quando vede svelato da Gesù il suo il tradimento! Subito dopo, Gesù annunzia che è giunta la sua ora, l’ora del “mistero pasquale”: passione, morte e risurrezione. L’ora che – come dice Gesù prima ai Giudei e poi gli apostoli – è l’ora di tutti gli uomini, ciascuno nel suo tempo: “Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io, voi non potete venire”. Gesù intende “attualmente”, come ribadisce a Pietro immediatamente dopo: ”Dove io vado, per ora (nun) tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi” (Gv 13,36). Più tardi (ùsteron). Al mistero pasquale di Cristo, segue dunque il mistero pasquale di ciascun uomo, chiamato a prendere ogni giorno la sua croce e seguire Gesù fino al Calvario, anzi fino alla risurrezione.
E mentre Gesù viene odiato da Giuda – che corre a venderlo per 30 denari – Gesù detta il suo comandamento kainèn cioè nuovo: “come io (kathòs) ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni glinaltri” (Gv 13 34). Da questo momento, il segno dell’appartenenza a Cristo non sarà altro che il segno dell’amore scambievole (en allèlois) fino a donare la vita per i propri amici, fino a fare del bene a coloro che ci fanno del male, fino ad amare coloro che ci odiano!…
ALLEGORIA: con l’uscita di Giuda dal cenacolo parte l’orologio della passione, l’ora preannunziata da Gesù molte volte, ma sulla quale si possono avere visioni diverse e opposte: ora del dolore, ora della gloria. I sinottici collegano sempre il termine “ora” alla passione, Giovanni alla gloria. “E’ questa la vostra ora e della potenza delle tenebre” (Lc 22,53); “è giunta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato” (Gv 12,23). Anche il brano evangelico di oggi fa coincidere l’uscita di Giuda dal cenacolo con l’ora della glorificazione di Gesù: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato” (Gv 13,31). Il mistero pasquale di Cristo è dunque l’allegoria del mistero umano, che si compone degli stessi ingredienti del mistero di Cristo: passione, morte e risurrezione. Questa fu una necessità per Gesù, è una necessità per tutti: “Se il granello caduto in terra non muore, non porta frutto” (Gv 12,24). Viene da esclamare: “E’ duro!”. Ma è anche stupendo, se si pensa al frutto, anzi al “molto frutto” (polùn karpòn)
MORALE: la morale cristiana non è una morale da schiavi, ma è segno dell’amore verso Dio e verso gli uomini. Il sacrificio non è segno di maledizione, ma è via alla gloria.
ANAGOGIA: anagogia significa guardare in alto, guardare avanti: “Tanto è il bene che mi aspetto –
diceva Francesco – che ogni pena mi è diletto”.
P. Fiorenzo Mastroianni, OFMCap