+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Parola del Signore
Domenica Gaudete. La Chiesa ci esorta a gioire come gioì Maria nell’annunciazione, allorché l’arcangelo Gabriele le rivolse lo stesso invito: “Rallegrati”. Anche il Battista esultò nel vedere Gesù: “ora la mia gioia è piena”. Ma non si può essere allegri per nulla. Il brano evangelico di oggi illumina le stupende figure di Gesù e del Battista, per cui diventa naturale rallegrarsi. Il Battista fu testimone di Gesù prima ancora di conoscerlo. Prima di conoscerlo, infatti, disse che Gesù era lì fra la gente, e aggiunse che Gesù era grande e forte: “dopo di me viene uno che è più forte di me”; “Egli è così grande che io non sono degno di sciogliere le suole dei suoi sandali”. Quando fu che Giovanni conobbe Gesù? Quando gli comparve davanti per essere battezzato. Forse fu affascinato dalla sua figura o ebbe una ispirazione dall’alto. Infatti disse a Gesù: “Io devo essere battezzato da te, e tu vieni a me?”. E la sua intuizione ebbe una immediata conferma subito dopo aver battezzato Gesù, quando udì la voce del Padre che disse: “Questo è il Figlio mio, l’amato” (Mt 3,17). Un’altra conferma venne dall’apparizione dello Spirito Santo che scese sotto forma di colomba e si fermò sopra Gesù. Giovanni afferma che quando Dio lo mandò a battezzare gli disse: “Quello sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza in Spirito Santo”. E Giovanni concluse: “Io l’ho visto e attesto che costui è il Figlio di Dio”. Per questi motivi la testimonianza del Battista non era una testimonianza umana ma divina; e Gesù lo disse chiaramente: “Io non prendo testimonianza da un uomo”. La testimonianza di Giovanni proveniva da Dio, e perciò era vera; Gesù era ed è il Figlio di Dio. Gesù chiese ai Farisei: “il battesimo di Giovanni veniva da Dio o dagli uomini?”. Risposero che non lo sapevano; si resero conto che, se veniva da Dio, era vero ciò che aveva detto: “Costui è il Figlio di Dio”. E se Gesù era il Figlio di Dio venuto in terra, era lui il Messia e il vero ed ultimo profeta. Perciò il Battista negò di essere lui il messia e il profeta, e si autodefinì come semplice voce, come semplice annunciatore e precursore del Messia Gesù. Riconobbe di non essere lui la luce, ma solo testimone della luce. Il Battista disse dunque che Gesù era forte, santo, luce, figlio di Dio, salvatore, sposo: a) Forte: “Dopo di me viene uno che è più forte di me”; Gesù stesso dirà di aver vinto il mondo; b) Santo: già l’arcangelo Gabriele disse a Maria: “Il santo che nascerà da te”; Pietro disse: “Noi abbiamo creduto che tu sei il Santo di Dio”; e finanche satana disse la stessa cosa; c) il Figlio di Dio: lo abbiamo già detto; d) Agnello di Dio immolato per salvare il mondo. IXTHUS, e) Sposo: il Battista ragionò così: “Se uno ha una sposa è sposo”. Gesù, dunque, non è sposo senza di noi, che siamo la sposa Insegnando a Suor Faustina Kowalska la coroncina della divina misericordia, Gesù le ordinò di dire alla fine: “Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale”. Finora abbiamo appreso chi è Gesù. Ma chi era il Battista? Il vangelo – per indurci a riflettere – procede con negazioni e affermazioni: a) il Battista negò di essere il messia, che vuol dire “mandato”: e tuttavia la prima parola che l’evangelista usa è proprio “fu mandato”; b) il Battista negò di essere profeta, ma Gesù lo definì “più che profeta”; c) il Battista negò di essere Elia, ma Gesù disse che egli era l’Elia che doveva venire; d) L’evangelista Giovanni disse che il Battista “non era lui la luce”, e tuttavia Gesù lo definì lampada, della cui luce gli ebrei vollero godere per poco. Ovviamente non sono contraddizioni, ma sono un invito a capire bene il significato spirituale e mistico delle parole. Il Battista fu mandato a preparare la venuta del Signore; ma non ogni mandato era il Messia promesso, che era soltanto Gesù. Il Battista non era la reincarnazione del profeta Elia, come affermano alcuni, ma possedette lo spirito di quel grande profeta. Il Battista non era lui la luce eterna come Gesù, ma era luce perché santo. Se infine ci chiediamo chi siamo noi, dobbiamo rispondere che siamo gli unici esseri nati due volte: la prima volta nascemmo dalle nostre mamme, la seconda volta nascemmo da Dio che ci rese suoi veri figli tramite il battesimo. Il battesimo in acqua e Spirito Santo include quello di penitenza del Battista, in quanto ha una duplice attività: distrugge il peccato e costruisce l’uomo nuovo in Cristo.