Signore e Maestro, in questa cena disegni i tratti del servizio e dell’amore lavando
i piedi ai tuoi discepoli, gesti che ci lasciano meravigliati e che forse, come gli stessi
apostoli, non comprendiamo fino in fondo. Neanche Giuda ne ha consapevolezza, ma
a differenza degli altri decide di allontanarti e con un bacio ti consegna ai farisei. Ti ci
lasci in eredità un gesto che racconta il tuo amore per ogni uomo. Oggi, più che lavare
i piedi del fratello siamo inclini a calpestarne la dignità, presi dalla sete di primeggiare,
di avere di più, di essere i primi a scapito di tutto. Tu, sì, vuoi essere il primo, ma a baciare
i piedi dei tuoi discepoli, quei piedi che hanno calpestato strade sporche e polverose,
sì, tu accogli con quel bacio la loro debolezza perfino il tradimento di un tuo amico.
Mettendoti ai piedi dei discepoli tu ci insegni che l’amore vero inizia sempre dall’umiltà.
Se stasera la liturgia ci fa risuonare questo invito: ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete
lavare i piedi gli uni agli altri, non possiamo non ascoltarlo! Ci chiedi di lavare i piedi
stanchi e infangati di un fratello e una sorella dopo un lungo e faticoso cammino di
conversione, detergerli con l’acqua delle lacrime condivise e asciugarli delicatamente
con il lino della comunione .