+Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore
Questo brano del vangelo è il perno intorno a cui gira tutta la dottrina cristiana. Dio Padre, infatti, chiama pubblicamente Gesù suo Figlio, e ordina di ascoltare i suoi insegnamenti. Senza questo evento, sarebbe meno credibile sia la testimonianza del Battista sia quella stessa di Gesù-Uomo. Egli stesso affermò infatti: “io non prendo testimonianza da un uomo” (Gv 5,34), e: “Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera” (Gv 5,31). E aggiunse: “io ho una testimonianza maggiore”, quella del Padre, il quale lo chiamò suo Figlio, compì i miracoli attraverso di lui, e a lui si mostrava e parlava costantemente, come disse Gesù: “Io giudico secondo quello che ascolto” (Gv 5,30), e “opero secondo quello che vedo fare dal Padre” (Gv 5,19). Pertanto, la testimonianza di Giovanni fu vera perché veniva dal cielo e non dagli uomini, e la testimonianza di Gesù era vera perché fu riconosciuto pubblicamente Figlio da Dio Padre al fiume Giordano. Giovanni Battista fu mandato da Dio per preparare gli uomini alla venuta del Messia. Ed egli svolse bene il suo compito di “precursore” invitando gli uomini di buona volontà (eudokìas) a convertirsi e a credere all’altissima dignità di lui che già stava tra loro, sconosciuto, ma Figlio di Dio e Agnello di Dio, venuto a togliere il peccato dal mondo. La testimonianza di Giovanni era valida non perché esprimeva una sua opinione su Gesù, ma perché proveniva da Dio: “Colui che mi mandò a battezzare mi disse: quello sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito santo. Io l’ho visto e attesto che costui è il Figlio di Dio” (Gv 1,33s) Non avevano ascoltato queste parole di Dio anche i Farisei? E perché un giorno chiesero a Gesù con quale autorità predicava, insegnava e operava miracoli? Gesù ricordò loro le parole di Dio, che, proclamandolo suo Figlio, lo autorizzava a predicare, insegnare e operare miracoli. Oggi possiamo fare o farci la stessa domanda: il vangelo esprime delle opinioni personali degli evangelisti, o è parola di Dio? Il vangelo è parola di Dio perché ispirato da Lui, come dice espressamente Pietro: “mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio” (II Pt 1,201). Ma c’è un’altra verità su cui l’evento del battesimo porta luce, il mistero trinitario rivelatoci da Gesù. L’esistenza di un Dio che è uno ma è anche trino, nell’evento del battesimo passa da verità annunciata e rivelata a verità constata e quasi toccata con mano. Infatti si sente la voce del Padre di cui Gesù parlava ogni giorno, si vede lo Spirito sotto forma di colomba, e si vede il Figlio nelle acque del Giordano, che simboleggia il corso della storia in cui Dio si è immerso con l’incarnazione. Infine, il battesimo di Gesù rimanda al nostro battesimo, che ci rende figli del Padre, fratelli del Figlio, doni dello Spirito che ci santifica e ci amalgama rendendoci un solo corpo.
Queste sono meravigliose verità che solo i cristiani possiedono, avendole accolte con soddisfazione e sazietà. Agli altri, atei, miscredenti, è rivolta ancora oggi la parola del profeta Isaia: “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendere denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete” (Is. 55, 1-11). San Giovanni aggiunge: “Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio” (1Gv, 51,1) Un giorno Gesù pregò così: “Padre, glorifica il tuo nome”. Il Padre rispose facendo sentire la sua voce alla folla come un tuono o come la voce di un angelo: “l’ho glorificato e lo glorificherò ancora”. Gesù aggiunse: “Questa voce non è venuta per me, ma per voi” (Gv 12, 28-30).
P. Fiorenzo Mastroianni